Milano, 30 ottobre 2025 – È stata fissata per lunedì 3 novembre l’udienza davanti al Tribunale del Riesame di Brescia per discutere il ricorso presentato dalla difesa di Mario Venditti, ex procuratore di Pavia, indagato per corruzione e peculato nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “sistema Pavia”. Nello stesso giorno si terrà anche l’udienza per Pietro Paolo Mazza, ex pm pavese ora in servizio a Milano, anch’egli coinvolto nelle medesime indagini.
Udienza al Riesame e ricorsi difensivi
La difesa di Venditti, rappresentata dall’avvocato Domenico Aiello, discuterà il ricorso contro il decreto di perquisizione e sequestro, eseguito il 9 ottobre, che ha riguardato anche dispositivi informatici. Il Tribunale del Riesame si riserverà di depositare la decisione nei giorni successivi all’udienza. Contestualmente, anche Mazza, assistito dai legali Massimo Dinoia e Fabrizio Testa, presenterà la sua difesa per le accuse di peculato e corruzione, legate all’acquisto a prezzo di favore di un’auto dalla società Esitel, fornitrice di intercettazioni per la Procura di Pavia.
I fatti e le accuse nel “sistema Pavia”
Secondo l’imputazione, Venditti e Mazza avrebbero ricevuto da Cristiano D’Arena, titolare della società Esitel e della Cr Service, diverse “utilità”, tra cui pranzi, vendita di auto a prezzi inferiori al mercato e lavori di manutenzione gratuiti sulle vetture. In cambio, avrebbero affidato in via quasi esclusiva a Esitel il noleggio degli apparati di intercettazione e a Cr Service il servizio di auto per la Procura, con mezzi destinati in realtà all’uso privato dei magistrati. Tra i veicoli indicati nel decreto figurano due Audi, una Mercedes e un furgoncino.
L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Brescia, ha già portato a perquisizioni e sequestri che hanno coinvolto anche altri soggetti, tra cui ex carabinieri e imprenditori, nell’ambito di un sistema di gestione irregolare dell’ufficio di Pavia, con spese sospette per cene, corse ai cavalli e rapporti opachi tra toghe e imprenditori. Venditti, difeso anche dalle risultanze degli accertamenti bancari, ha sempre negato le accuse, definendole “illazioni” e ribadendo la propria estraneità ai fatti contestati.
Il procedimento prosegue con particolare attenzione da parte del Tribunale del Riesame, chiamato a valutare la legittimità delle misure cautelari adottate e a decidere sull’eventuale annullamento dei decreti di perquisizione e sequestro.





