Rita Preda e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara, assassinata nel 2007, esprimono il loro dolore per il ritorno alla vita di Alberto Stasi, condannato per il crimine. Riaffiorano dubbi sulla verità della nuova indagine, mentre si temono risultati deludenti
L’intervista a Tgcom24 di Rita Preda e Giuseppe Poggi, genitori di Chiara Poggi, la giovane assassinata nel 2007, riaccende i riflettori su un caso che continua a suscitare emozioni forti e controversie. Con il cuore in mano, i Poggi esprimono il loro profondo dolore e la loro determinazione nella ricerca della verità, mentre la riapertura del caso riporta alla luce ferite mai rimarginate. Chiara, uccisa il 13 agosto di quell’anno, ha lasciato un vuoto incolmabile nelle vite dei suoi cari, e ora, con la possibilità di libertà per Alberto Stasi, condannato per il delitto, la situazione si fa ancora più complessa.
Il dolore dei genitori e la colpevolezza di Stasi
Rita Poggi, visibilmente provata, ha condiviso il suo stato d’animo: “Sapevo che questo momento sarebbe arrivato, ma ora che è qui, la realtà è ancora più dura da accettare”. La madre di Chiara sottolinea come la vita della figlia sia stata interrotta per sempre, mentre Stasi sembra avviarsi verso un ritorno alla normalità. Questo contrasto genera un’angoscia continua per i Poggi, che non riescono a trovare pace.
Giuseppe Poggi ha evidenziato gli indizi che, secondo loro, confermano la colpevolezza di Stasi. “Ci sono sette elementi di forte colpevolezza che ci hanno convinto fin dall’inizio”, ha affermato, citando la mancanza di un alibi credibile e dettagli inquietanti, come l’assenza di dichiarazioni su una bicicletta nera da donna. La coppia teme che il nuovo processo possa riaprire ferite mai chiuse, avvertendo che ogni ulteriore indagine potrebbe rivelarsi infruttuosa.
La sfiducia nelle nuove indagini
“La situazione attuale sembra persino peggiore rispetto a diciotto anni fa”, ha dichiarato Rita, esprimendo una generale sfiducia nei confronti delle nuove indagini. “Si ha l’impressione che venga trascurato tutto ciò che è stato fatto in passato, come se le indagini precedenti non fossero mai esistite”. Questo sentimento di insoddisfazione è palpabile e riflette la loro preoccupazione per un possibile giocattolo giuridico che non porti a risultati concreti.
Giuseppe ha messo in discussione l’intento delle nuove indagini, suggerendo che potrebbero essere un modo per giustificare una revisione del processo piuttosto che un reale tentativo di scoprire la verità. “Siamo aperti a ulteriori esami, ma siamo scettici sui risultati”, ha affermato, ribadendo la loro posizione con fermezza. La coppia ha anche respinto le insinuazioni riguardanti la possibilità di coinvolgere un altro nome, Sempio, affermando che “su Sempio non c’è niente”.
Il caso Poggi rappresenta un capitolo doloroso e controverso della cronaca italiana, e la battaglia dei genitori di Chiara per ottenere giustizia e verità sembra ben lontana dall’essere conclusa. La loro voce si fa portavoce di un dolore profondo, ma anche di una determinazione incrollabile a non lasciare che la memoria della loro figlia venga dimenticata.






