Milano, 17 giugno 2025 – Proseguono gli accertamenti sui reperti relativi al delitto di Chiara Poggi, la giovane uccisa il 13 agosto 2007 a Garlasco. Le operazioni, coordinate dalla Procura di Pavia, potrebbero estendersi fino a giovedì nella questura di Milano, coinvolgendo i periti incaricati di effettuare le analisi scientifiche più approfondite.
Incidente probatorio e nuove tecniche di analisi
L’attuale fase investigativa si concentra sull’incidente probatorio iniziato presso il gabinetto di polizia scientifica di Milano. I periti Denise Albani, genetista dell’Università di Tor Vergata, e Domenico Marchigiani, esperto dattiloscopico, stanno esaminando 35 fascette paradesive contenenti 58 impronte raccolte sulla scena del delitto. Nel pomeriggio si sposteranno all’istituto di medicina legale di Pavia per analizzare ulteriori materiali, tra cui tamponi prelevati dalla vittima, un lembo di tappetino del bagno con un’impronta insanguinata e oggetti sequestrati nella villetta della famiglia Poggi a Garlasco, come confezioni di Fruttolo e cereali.
Questa fase cruciale, condotta in contraddittorio con i consulenti di accusa, difesa e parte civile, avrà una durata iniziale di 90 giorni, prorogabili. L’obiettivo principale è verificare la validità dei reperti e l’attendibilità delle tracce di DNA estrapolato dalle unghie di Chiara Poggi, dove sono stati individuati due profili genetici maschili. Un profilo è già stato associato ad Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, oggi indagato per omicidio in concorso, mentre l’altro rimane ancora da identificare.
Delitto di Garlasco, indagini sul DNA e ricostruzione della scena del crimine
Le indagini, guidate dal procuratore Fabio Napoleone, si avvalgono di sofisticate tecniche di ricostruzione tridimensionale e misurazioni precise delle distanze tra tracce di sangue e impronte. L’ipotesi investigativa principale è che Chiara Poggi abbia tentato di difendersi durante l’aggressione, come suggerito dal DNA sotto le unghie. Le nuove perizie mettono in discussione il quadro processuale precedente, che aveva portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi, fidanzato della vittima del delitto di Garlasco, il quale ha sempre proclamato la propria innocenza.
Parallelamente, gli inquirenti stanno approfondendo altri elementi, tra cui l’alibi di Sempio, ritenuto precario, e stanno ascoltando numerosi testimoni. Restano inoltre aperti dibattiti sulla corretta conservazione dei reperti e sulla possibile contaminazione, temi che saranno affrontati anche nel corso dell’incidente probatorio.
L’esito di queste analisi scientifiche, unito alla ricostruzione della scena del crimine, potrebbe rappresentare un punto di svolta nelle indagini su uno dei casi di cronaca più discussi degli ultimi decenni in Lombardia, segnato da numerose controversie e ipotesi investigative alternative.






