Milano, 12 giugno 2025 – Continua a tenere banco il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. L’ex comandante del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) dei Carabinieri, Luciano Garofano, attualmente consulente della difesa di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta, ha espresso la sua posizione riguardo al lavoro svolto all’epoca.
Garofano difende il lavoro dei RIS: “Eccellente nonostante le polemiche”
Luciano Garofano, intervenuto presso la caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano per il ritiro dei reperti destinati all’incidente probatorio, ha sottolineato come, nonostante le numerose polemiche e strumentalizzazioni, il lavoro svolto dai suoi collaboratori sia stato “pregevole” e senza errori significativi. “Nel periodo in cui ci siamo occupati di casi nazionali complessi, non abbiamo mai esibito tentennamenti o errori”, ha dichiarato Garofano, sicuro che la verifica in corso non farà che confermare la qualità delle indagini effettuate.
Il prossimo incidente probatorio, che avrà inizio il 17 giugno, si avvarrà anche delle più moderne tecniche di analisi scientifica, tra cui la Bloodstain Pattern Analysis (BPA), fondamentale per ricostruire la dinamica dell’aggressione.
Delitto di Garlasco, nuove tecnologie per ricostruire la scena del crimine
Proprio a Garlasco, nei giorni scorsi, è stata effettuata una nuova ricostruzione tridimensionale della scena del delitto, utilizzando laser, scanner e droni per rilevare ogni dettaglio della villetta di via Giovanni Pascoli dove Chiara Poggi fu uccisa. Questo modello digitale, atteso entro 60 giorni, permetterà di posizionare con estrema precisione ogni traccia di sangue, impronte e materiale biologico, integrando dati storici con quelli raccolti dalla nuova inchiesta della Procura di Pavia.
Tra gli elementi di rilievo, la cosiddetta “papillare 33”, un’impronta palmare trovata sul muro delle scale che porta in cantina, ora attribuita dall’analisi dattiloscopica all’indagato Andrea Sempio. La presenza di questa impronta potrebbe aiutare a comprendere meglio la posizione e i movimenti dell’aggressore durante il delitto.
Questa nuova fase investigativa potrà contare anche sull’analisi aggiornata delle “para-adesive” per individuare eventuali tracce biologiche non rilevate in passato, offrendo così un quadro più completo e moderno della complessa vicenda giudiziaria.






