Sull’impronta 33, presente sul muro delle scale vicino al corpo di Chiara Poggi e attribuita ad Andrea Sempio, non ci sono segni di sangue, come confermato dall’ex comandante del Ris, Luciano Garofano
Nel complesso e controverso caso dell’omicidio di Chiara Poggi, le recenti dichiarazioni di Luciano Garofano, ex comandante del Ris, potrebbero avere un impatto significativo sull’indagine attuale riguardante Andrea Sempio, indagato per il delitto avvenuto a Garlasco nel 2007. Durante un incontro con i legali di Sempio, Massimo Lovati e Angela Taccia, Garofano ha affermato con fermezza che “sull’impronta 33, attribuita a Sempio, non ci sono tracce di sangue”. Questa affermazione, basata su accertamenti scientifici condotti all’epoca del crimine, solleva interrogativi cruciali sulla validità delle prove.
L’importanza dell’impronta 33
L’impronta 33, rinvenuta sul muro delle scale vicino al corpo di Chiara, rappresenta un elemento chiave nelle indagini. Garofano ha specificato che l’intonaco, che avrebbe potuto contenere eventuali tracce biologiche, è stato “consumato” durante le operazioni di accertamento irripetibili. Questo aspetto mette in luce le problematiche legate alla gestione delle prove e alla qualità delle indagini iniziali, già criticate da diverse fonti.
L’attenzione mediatica e le controversie
Il caso di Chiara Poggi ha attirato un’attenzione mediatica senza precedenti, non solo per la brutalità del delitto, ma anche per le problematiche legate alla condotta delle indagini. Alberto Stasi, fidanzato della vittima, è stato inizialmente assolto e successivamente condannato a 16 anni di reclusione nel 2014. Tuttavia, la condanna è stata accompagnata da numerosi dubbi e incertezze, alimentando le richieste di revisione da parte della difesa.
Nuove scoperte e sviluppi nelle indagini
Le recenti scoperte riguardanti il DNA trovato sulle unghie di Chiara, compatibile con quello di Sempio, hanno riaperto il dibattito sulla verità del caso. Le indagini stanno ora esaminando la possibilità che Sempio, amico di Marco Poggi, fratello di Chiara, potesse avere un ruolo nell’omicidio. Le perquisizioni effettuate nelle ultime settimane nelle abitazioni di Sempio e dei suoi amici hanno portato al sequestro di telefoni e computer, evidenziando l’intensificarsi delle indagini.
Il procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, è attualmente impegnato nella valutazione della compatibilità delle impronte e del DNA. La difesa di Sempio si mostra fiduciosa nel dimostrare l’innocenza del loro assistito. Questo caso, che continua a suscitare polemiche e passioni, mette in luce le fragilità del sistema giudiziario e l’importanza di una corretta gestione delle prove per garantire la giustizia.






