Al via l’incidente probatorio sul caso di Garlasco: ecco tutti i reperti da analizzare sull’omicidio di Chiara Poggi
È il giorno dell’incidente probatorio nel caso del delitto di Garlasco, che continua a sconvolgere la provincia pavese ormai da quasi vent’anni. Oggi, presso la Questura di Milano, si sono radunati undici esperti tra periti del tribunale di Pavia e consulenti delle parti per iniziare l’analisi dettagliata dei campioni biologici e reperti conservati da 18 anni, alcuni mai esaminati o con risultati dubbi.
Analisi e verifica dei reperti biologici
I periti, tra cui i nominati dal gip Daniela Garlaschelli, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchegiani, hanno aperto due scatoloni sigillati contenenti oltre 50 tra impronte para-adesive, frammenti di tappetino insanguinato, confezioni di tè e biscotti, yogurt e sacchetti della spazzatura, tutti recuperati all’epoca del delitto avvenuto in via Giovanni Pascoli a Garlasco. Una prima fase riguarda la verifica della catena di custodia e la corrispondenza tra verbali e contenuto, per garantire l’integrità delle prove prima di procedere con gli esami di laboratorio.
L’analisi partirà dalla spazzatura repertata ma mai approfondita per individuare eventuali flussi biologici sopravvissuti, per poi passare allo studio delle 35 strisce para-adesive utilizzate nel 2007 dal RIS per rilevare impronte nella villetta. Tra queste, la traccia numero 10, rinvenuta sulla superficie interna del portone d’ingresso, è stata rivalutata come possibile “manata” lasciata dall’assassino prima della fuga. La nuova consulenza dattiloscopica ha escluso che l’impronta appartenga ai soggetti noti dell’inchiesta, suggerendo che potrebbe trattarsi di contatto con sostanze come sangue, forse della vittima.
Il confronto del DNA con i sospettati del caso di Garlasco
Ogni residuo biologico sarà confrontato con i profili genetici del nuovo indagato Andrea Sempio, del condannato in via definitiva Alberto Stasi, della famiglia Poggi, di amici come Marco Poggi, Paola e Stefania Cappa, Marco Panzarasa, e dei carabinieri intervenuti sulla scena del crimine. La difesa Poggi ha chiesto di estendere il confronto anche a soccorritori del 118, pompe funebri, e altri operatori entrati in contatto con la scena.
Il genetista Marzio Capra ha depositato un’integrazione per ampliare il perimetro dei soggetti da analizzare, mentre il professor Francesco De Stefano, che nel 2014 estrasse i profili genetici dalle unghie della vittima, coordina la rivalutazione dei tracciati elettroforetici. I risultati precedenti avevano evidenziato la presenza di cinque aplotipi del cromosoma Y, uno dei quali è “perfettamente sovrapponibile” al DNA trovato su oggetti appartenenti a Sempio, ma con l’avvertenza che le contaminazioni potrebbero aver alterato i profili genetici.
Ricostruzione tridimensionale e nuove indagini
Parallelamente alle analisi biologiche, si sta completando una nuova ricostruzione 3D della villetta di via Pascoli con laser scanner e droni, per mappare con precisione ogni macchia di sangue, impronta e traccia genetica. Il comandante del RIS di Cagliari, Andrea Berti, guiderà la rilettura delle macchie ematiche, al fine di ricostruire la dinamica del delitto e verificare se la vittima abbia tentato di difendersi.
Nel frattempo, gli interrogatori di Marco Poggi, fratello della vittima, dell’indagato Andrea Sempio e di Alberto Stasi si svolgono in contemporanea per evitare fughe di notizie e contaminazioni nelle dichiarazioni. Le indagini si concentrano anche sul gruppo di amici di Marco Poggi, esplorando rapporti e frequentazioni che potrebbero gettare nuova luce sul contesto in cui si consumò l’omicidio.
La vicenda continua a suscitare attenzione mediatica e tensione tra le parti, mentre la famiglia Poggi ribadisce la propria ferma convinzione nella colpevolezza di Stasi e denuncia l’incessante ondata di insinuazioni e gossip che offuscano la memoria di Chiara.






