Il ritrovamento del DNA di “Ignoto 3” rappresenta una svolta nel caso di Garlasco: verranno effettuati tamponi anche ai conoscenti di Chiara Poggi
Proseguono le indagini della Procura di Pavia sul delitto di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, con l’obiettivo di identificare la persona a cui appartiene il profilo genetico maschile rinvenuto su una garza usata all’epoca per prelevare materiale biologico dalla cavità orale di Chiara Poggi. I tamponi verranno effettuati anche ai conoscenti di Chiara Poggi.
Nuova fase delle indagini sul DNA “Ignoto 3”
Le autorità stanno concentrando la ricerca non solo sugli operatori che hanno avuto contatti con il corpo senza vita di Chiara, ma anche sulla cerchia di conoscenti della vittima, del fratello Marco Poggi e dell’amico Andrea Sempio, attualmente accusato di omicidio in concorso. Il profilo genetico maschile, definito come “Ignoto 3”, è stato isolato durante l’incidente probatorio su campioni misti, in cui sono stati rilevati anche i residui biologici lasciati da un infermiere che lavorò in sala autoptica.
Secondo quanto riferito dagli inquirenti, non sarà effettuato un prelievo di tamponi “a tappeto” come nel caso di Yara Gambirasio, ma gli accertamenti si concentreranno sui tecnici intervenuti subito dopo il ritrovamento del corpo e su persone appartenenti al ristretto giro di amicizie di Chiara, Sempio e Marco Poggi, nonché su quanti frequentarono la villetta di via Pascoli, luogo del delitto.
In questa fase preliminare, è fondamentale stabilire se il DNA di “ignoto 3” sia frutto di una contaminazione, ipotesi sostenuta da alcuni consulenti di parte. Qualora venga esclusa questa possibilità, le indagini si allargheranno a tutte le persone con cui Chiara aveva effettivamente avuto contatti, soprattutto considerando che la mattina dell’omicidio la ragazza aprì la porta di casa senza esitazione a qualcuno di cui si fidava.
Nuovi elementi e conferme sulla dinamica del delitto di Garlasco
Le indagini attuali, supportate dalle analisi del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) e dalle consulenze della Procura, confermano che Chiara Poggi non fu colta completamente di sorpresa: gli schizzi di sangue sul telefono fisso di casa indicano che la giovane, probabilmente, cercò di chiedere aiuto durante l’aggressione.
Le indagini stanno esaminando anche le telefonate sospette effettuate da Sempio nei giorni precedenti il delitto e un biglietto di parcheggio ritenuto un possibile alibi preconfezionato.
Il caso, che ha acceso l’attenzione mediatica fin dal 2007, continua a evolversi a quasi vent’anni dall’omicidio, con approfondimenti che potrebbero fornire nuovi elementi decisivi per risolvere uno dei gialli più intricati della cronaca italiana recente.






