Garlasco, 29 settembre 2025 – Proseguono le indagini sul delitto di Garlasco con l’analisi di un aplotipo Y, un frammento di cromosoma utile a ricostruire la discendenza maschile, individuato sotto le unghie della vittima. Si tratta di un dato definito “parziale, misto e non consolidato”, che ora sarà al centro dell’incidente probatorio disposto dalla gip di Pavia, Daniela Garlaschelli, nell’indagine che vede Andrea Sempio indagato, insieme ad altre persone, per concorso nell’omicidio. A condurre l’accertamento è la perita Denise Albani, che ha chiesto e ottenuto una proroga di 70 giorni per portare a termine l’analisi, ritenuta dagli esperti una delle più rilevanti tra quelle in corso.
Il precedente del 2014
Per comprendere meglio l’origine di questo filone investigativo occorre tornare al 2014, quando la Corte d’Assise d’Appello di Milano affidò al professor Francesco De Stefano una perizia nell’ambito del processo che avrebbe portato alla condanna definitiva di Alberto Stasi a 16 anni di carcere. All’epoca vennero analizzati i margini delle unghie di Chiara Poggi, prelevati sette anni prima durante l’autopsia e successivamente trattati con specifici reagenti. Da quel procedimento si ottennero tre provette contenenti materiale biologico, poi esaurito con tre estrazioni distinte. Ciascuna restituì un profilo maschile, ma sempre diverso e mai ripetitivo.
Dati fragili e inconcludenti
Secondo quanto messo a verbale dalla genetista Albani nell’udienza del 26 settembre, i risultati di allora erano tutt’altro che affidabili: il dato era incompleto e non consolidato, poiché si trattava di un campione misto in cui erano presenti più DNA sovrapposti, compreso quello della stessa Chiara. Inoltre, il materiale era ormai degradato, condizione che impedì agli esperti di arrivare a una conclusione certa.
Il nuovo approccio biostatistico
Il punto centrale della nuova indagine riguarda la porzione più significativa di quel materiale genetico, indicata dagli inquirenti come compatibile con il cosiddetto “Ignoto 1”. Secondo i consulenti della Procura di Pavia, questa traccia potrebbe ricondurre ad Andrea Sempio. Per questo motivo verrà sottoposta a un confronto di tipo biostatistico, grazie a un software di ultima generazione che consentirà di verificare la solidità del dato.
Attese per l’esito delle analisi
L’attività in corso rappresenta un passaggio decisivo per l’inchiesta condotta dai pm pavesi. L’esito dell’elaborazione biostatistica potrebbe chiarire se quell’aplotipo Y sia effettivamente attribuibile a Sempio, fornendo così un tassello fondamentale per tentare di mettere un punto fermo in una vicenda che da anni continua a sollevare dubbi e interrogativi.






