Roma, 6 ottobre 2025 – Il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un importante avvertimento nei confronti della società statunitense ICF Technology, gestore del sito CamHub, attualmente non accessibile dall’Italia. Il sito offre servizi di video streaming a contenuto sessualmente esplicito, anche attraverso chat room dedicate, ma è al centro di un’istruttoria per la diffusione non autorizzata di immagini e video provenienti da telecamere private.
Il provvedimento del Garante nei confronti di CamHub
Il provvedimento adottato dal Garante nasce in risposta a gravi episodi di cronaca relativi alla diffusione illecita di video estratti abusivamente da telecamere installate in ambienti privati, in violazione della normativa europea e nazionale sulla privacy. L’Autorità ha sottolineato che il trattamento dei dati personali in assenza del consenso degli interessati configura un illecito, aggravato dalla natura sensibile dei contenuti, che riguardano la sfera intima delle persone coinvolte.
Il Garante ha quindi avvertito CamHub che, in caso di riattivazione del sito, potrebbe intervenire con ulteriori provvedimenti restrittivi. La diffusione di tali contenuti, infatti, può causare un pregiudizio grave e irreparabile per le vittime, motivo per cui l’Autorità ha messo in chiaro la necessità di un rispetto rigoroso delle norme sulla privacy.
Azioni di contrasto e sequestri recenti
Parallelamente all’intervento del Garante, le forze dell’ordine italiane hanno intensificato le operazioni contro piattaforme e canali che diffondono video privati senza autorizzazione. Recentemente, oltre al blocco di CamHub, è stato sequestrato il sito “phica.net/eu” dalla Polizia Postale. Queste azioni hanno portato all’analisi di chat, log, messaggi e indirizzi IP, contribuendo a disincentivare la creazione di nuovi canali illeciti.
Nonostante ciò, permangono ancora canali Telegram e bot attivi che vendono o distribuiscono materiale privato, anche se i sequestri rappresentano un segnale forte di contrasto al fenomeno della pornografia non consensuale e della violazione della privacy.




