Molti dei presenti hanno descritto l’ex Pontefice come un papà e un nonno dedito agli ultimi. “Avrebbe voluto noi ragazzi vicino a lui in piazza San Pietro e non tutti questi potenti mentre noi siamo qui lontani”
Oggi, 26 aprile, Roma si è fermata per dare l’ultimo saluto a Papa Francesco, una figura che ha segnato profondamente la storia contemporanea della Chiesa e del mondo. La sua scomparsa ha suscitato una vasta partecipazione, in particolare tra i giovani, che si sono radunati in gran numero lungo via della Conciliazione per rendere omaggio a un Pontefice che ha sempre cercato di promuovere la pace e la comprensione tra i popoli.
Un Papa unico
“Era unico perché cercava la pace tra i popoli. Difficilmente ce ne sarà un altro come lui”, afferma un gruppo di ragazzi, esprimendo un sentimento comune che aleggia tra i partecipanti. Molti giovani hanno condiviso le loro riflessioni sul ruolo di Papa Francesco, definendolo non solo un leader religioso, ma anche un “papà” e un “nonno” che si è dedicato in modo instancabile agli ultimi e ai più vulnerabili.
Un legame intergenerazionale
Questa generazione, spesso accusata di essere disinteressata alla politica e alla spiritualità, ha dimostrato invece una forte connessione con i valori che Papa Francesco ha incarnato. “Avrebbe voluto noi ragazzi vicino a lui in piazza San Pietro, e non tutti questi potenti mentre noi siamo qui lontani”, ha commentato un giovane manifestando un desiderio di maggiore inclusione e rappresentanza.
Un impegno collettivo
La presenza dei giovani ai funerali è un segnale significativo che va oltre la semplice partecipazione a un evento commemorativo. Essa rappresenta un legame intergenerazionale e una volontà di continuare l’eredità di dialogo e pace che Papa Francesco ha instillato nel suo pontificato. Le parole di chi ha partecipato ai funerali risuonano come un richiamo all’azione e alla responsabilità, sottolineando la necessità di un impegno collettivo per costruire un futuro di armonia e comprensione.
La figura di Papa Francesco rimarrà impressa nella memoria collettiva, non solo come un leader spirituale, ma come un simbolo di speranza e un catalizzatore di cambiamento per le nuove generazioni.






