Bergamo, 20 ottobre 2025 – Sono stati posticipati di un giorno i funerali di Pamela Genini, la 29enne uccisa brutalmente la scorsa settimana a Milano. La cerimonia, inizialmente prevista per giovedì mattina, si terrà venerdì alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Strozza, il paese bergamasco dove Pamela è cresciuta.
I funerali e la camera ardente
A partire da domani pomeriggio, e per le giornate di mercoledì e giovedì, sarà aperta la camera ardente presso la casa del commiato di Villa d’Almè. Al termine della Messa funebre di venerdì il feretro sarà tumulato nel cimitero di Strozza, dove la giovane vittima ha vissuto la sua infanzia.
Questa mattina, sul citofono della casa di Strozza dove abita la madre di Pamela, Una Smirnova, è comparso un cartello scritto a mano con un appello alla privacy e al rispetto del dolore: “Non rilasciamo più interviste. Abbiamo già detto tutto. Lasciateci nel nostro lutto, chiediamo rispetto, di lasciarci soli”.
Il dramma di Pamela e le mancate tutele
Pamela Genini era scappata dal suo ex compagno violento, Gianluca Soncin, ma le misure di protezione non sono mai scattate nonostante il grave rischio. Il 4 settembre 2024, la giovane si era presentata al pronto soccorso di Seriate con un dito rotto in seguito a un’aggressione da parte di Soncin. Durante la visita medica, Pamela aveva risposto affermativamente a quattro domande chiave del protocollo di valutazione del rischio di violenza di genere, manifestando la paura di essere uccisa dall’uomo. Tuttavia, il cosiddetto codice rosso non fu attivato e la denuncia non venne formalizzata.
Il referto medico e le annotazioni dei carabinieri stanno ora alimentando le indagini per comprendere le responsabilità e i possibili errori istituzionali che hanno preceduto il tragico epilogo. Pamela è stata uccisa con oltre trenta coltellate, di cui tre letali al cuore, come emerso dall’autopsia.
La madre Una Smirnova, ancora profondamente scossa, ha chiesto giustizia ricordando la sofferenza della figlia: “Quel mostro deve pagare. Ha fatto soffrire tanto mia figlia”. Intanto a Milano una fiaccolata silenziosa ha riunito duemila persone per dire no alla violenza sulle donne, con la partecipazione del sindaco Giuseppe Sala e di testimoni come Jo Squillo e Moira Cucchi, sopravvissuta a un ex marito violento.






