(Strozza, 24 ottobre 2025) – La chiesa parrocchiale di Strozza, piccolo centro della valle Imagna in provincia di Bergamo, si è riempita questa mattina per l’ultimo saluto a Pamela Genini, la giovane di 29 anni brutalmente uccisa dall’ex compagno Gianluca Soncin nella sua abitazione di Milano. Il feretro, una bara bianca adornata da rose rosse, ha fatto il suo ingresso tra le note de “L’ultimo dei Mohicani”, accompagnato da un silenzio carico di dolore e commozione.
La cerimonia funebre a Strozza
I funerali sono stati celebrati dal parroco don Luigi Carminati, affiancato da concelebranti provenienti da tutta la valle Imagna, mentre una decina di sindaci dei comuni vicini hanno partecipato con la fascia tricolore. In prima fila erano presenti la mamma di Pamela, Una Smirnova, e il suo compagno, mentre dietro sedevano i parenti più stretti. Per rispetto alla volontà della famiglia non è stata ammessa la presenza di telecamere all’interno della chiesa. Nel momento di preghiera che ha preceduto la funzione, don Carminati ha ricordato la tragedia con parole profonde: “Uomini desiderosi solo di possedere, incapaci di amare: liberali dalla vergogna e restituisci loro la dignità“.
Nel paese e nei dintorni, il ricordo di Pamela Genini è vivo; amici, conoscenti e famigliari si sono stretti nel dolore per una vita spezzata troppo presto da un gesto di inaudita violenza.
Il contesto della tragedia e il ricordo di Pamela Genini
Pamela Genini era una giovane donna che studiava il russo e desiderava ottenere la cittadinanza del paese materno. La sua vita è stata segnata da un rapporto tormentato con Gianluca Soncin, 52enne originario di Biella, accusato di averla uccisa con più di trenta coltellate lo scorso 14 ottobre a Milano. Nonostante un episodio di violenza denunciato un anno fa, con un referto medico che evidenziava il rischio di reiterazione della violenza e la richiesta di attivare il codice rosso, tale misura non è mai scattata. Questo fatto è ora oggetto di indagine da parte delle procure di Milano e Bergamo.

La famiglia e la comunità locale ricordano Pamela come una persona dolce e riservata. La sua maestra delle elementari l’ha descritta come “una bambina dolcissima e bravissima”. Il feretro bianco, simbolo di purezza, accompagnato da fiori e un grande cuore rosso fatto di rose, testimonia l’affetto e il dolore di chi l’ha conosciuta.
Il dolore della madre Una Smirnova è amplificato anche dalla controversia sulla custodia del chihuahua di Pamela, Bianca, attualmente trattenuto dall’ex fidanzato della ragazza, con la famiglia desiderosa di riaverlo a casa.
La vicenda ha riacceso il dibattito sull’efficacia degli strumenti di protezione per le vittime di violenza domestica e sulle falle del sistema che avrebbero potuto evitare questa tragedia.
Per approfondire: Pamela Genini, l’ex fidanzato ai pm: “Era terrorizzata, temeva per sé e la famiglia”






