Taranto, 12 agosto 2025 – Un momento cruciale si è raggiunto oggi nel percorso di decarbonizzazione dello stabilimento ex Ilva di Taranto, con la firma di un’intesa tra le amministrazioni nazionali e locali presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit). L’accordo, definito da Gianfranco Palmisano, presidente della Provincia di Taranto, come un “passo concreto verso la riconversione senza distruggere, tutelando salute, lavoro e ambiente”, segna una tappa importante nel processo di trasformazione dell’area industriale più grande d’Europa per la produzione d’acciaio.
L’intesa istituzionale sull’ex Ilva
La sottoscrizione del documento ha visto la partecipazione di tutte le autorità coinvolte, con un particolare focus sull’implementazione di misure sanitarie preventive, garanzie occupazionali e rafforzamento del monitoraggio ambientale, come sottolineato da Palmisano. Il presidente della Provincia ha evidenziato l’importanza di un incremento del fondo sanitario per screening e prevenzione, a sostegno di una transizione che metta al centro la tutela della comunità.
Parallelamente, la bozza di accordo non ha ancora fissato i tempi precisi per il passaggio ai forni elettrici né ha deciso la localizzazione definitiva del polo Dri (Direct Reduced Iron), fondamentale per la produzione del preridotto. È previsto un nuovo incontro dopo il 15 settembre, data ultima per la presentazione delle offerte vincolanti nella gara per l’affidamento degli impianti.
Fondo per la Transizione Giusta e prospettive di sviluppo
Nel contesto di questa trasformazione industriale, Taranto beneficia anche di un’importante risorsa finanziaria: il Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition Fund – JTF), che mette a disposizione circa 796,6 milioni di euro per sostenere la riconversione economica e ambientale della città. Il piano esecutivo approvato dalla Regione Puglia definisce investimenti strategici in decarbonizzazione, innovazione e formazione, con progetti che includono la produzione di idrogeno verde, l’efficienza energetica e lo sviluppo di comunità energetiche.
Tuttavia, la gestione delle risorse dovrà essere attenta e trasparente, evitando di favorire solo le grandi industrie a discapito delle piccole e medie imprese locali. Il successo di questa transizione dipenderà dalla capacità di garantire nuove opportunità di lavoro e un equilibrio tra sviluppo industriale e tutela ambientale, in linea con le scadenze europee previste entro il 2026.






