Un ex imprenditore di 94 anni è stato recentemente trasferito nel carcere di Sollicciano, a Firenze, per scontare una condanna definitiva per bancarotta fraudolenta. La vicenda riguarda il crac di un’azienda avvenuto circa quindici anni fa, quando l’uomo aveva circa 80 anni
Le condizioni di salute e la detenzione
L’anziano è stato condannato in primo grado a quattro anni e otto mesi di reclusione, pena confermata in appello nel 2023 e divenuta definitiva per mancata impugnazione in Cassazione. Attualmente è ristretto nel reparto clinico di Sollicciano, dove è assistito da medici e operatori a causa delle sue condizioni di salute precarie: è claudicante, cammina con l’ausilio di un bastone e necessita dell’aiuto di un altro detenuto per muoversi.
Il suo avvocato, Luca Bellezza, penalista con una lunga esperienza nel diritto penale e nei reati societari, ha sottolineato che “si tratta di fatti risalenti a molti anni fa”, ma ciò non ha impedito al giudice di disporre la detenzione in carcere anziché una misura alternativa. Bellezza ha inoltre presentato istanza per il differimento della pena o, in subordine, per la detenzione domiciliare, misura prevista per legge per gli ultrasettantenni, ma la richiesta è stata respinta. Ora la decisione definitiva spetta al tribunale di sorveglianza, che valuterà se confermare o modificare la misura.
Il commento del garante dei detenuti
Il caso ha suscitato reazioni anche tra le autorità regionali. Giuseppe Fanfani, garante dei detenuti per la Toscana e avvocato con una lunga carriera politica e giuridica, ha definito la situazione “un fatto incredibile” e ha espresso perplessità sull’opportunità di detenere un uomo di 94 anni in carcere, soprattutto considerando il recente episodio di incendio nella stessa ala dove è detenuto, che ha causato l’intossicazione di un agente della polizia penitenziaria.
Intanto l’amministrazione penitenziaria si sta attivando per trasferire l’ultranovantenne in una struttura sanitaria idonea a garantire la tutela della sua salute e la vigilanza necessaria.