Perugia, 23 luglio 2025 – Un appello accorato e drammatico quello di Laura Santi, giornalista e attivista per il diritto al fine vita, rivolto ai parlamentari italiani attraverso un video pubblicato postumo dal marito. Santi, affetta da sclerosi multipla in forma avanzata, ha scelto di porre fine alla propria sofferenza con il suicidio assistito, lasciando un messaggio che invita a una riflessione umana sul disegno di legge in discussione relativo al fine vita.
Il videomessaggio di Laura Santi ai parlamentari
“Vi scongiuro. Oggi è Laura che parla a voi come esseri umani e sono sicura che dopo aver visto questo video ragionerete meglio e metterete quella mano sul voto secondo la coscienza di esseri umani”, afferma nel suo appello la giornalista di Perugia. Nel video, pubblicato dal marito Stefano Massoli sul profilo Facebook di Laura, la donna spiega: “Io sono Laura Santi e quando vedrete questo video non ci sarò più perché avrò deciso di smettere di soffrire per mia volontà e mio diritto. Non voglio lasciare un Paese che ignori e si prenda gioco dei malati più gravi”.
In un altro passaggio, Laura denuncia il disegno di legge sul fine vita come “veramente infausto”, aggiungendo: “Non è un intento di regolamentare il fine vita ma di escluderlo. Non abbiate paura, non porterà a nessun abuso questo diritto”. Il suo appello si conclude con un invito accorato: “Paese Italia, occupatevi delle sofferenze dei malati più gravi”.
La battaglia per il suicidio assistito in Italia
Affetta da oltre 25 anni da sclerosi multipla, che negli ultimi anni l’ha resa tetraplegica, Laura Santi ha lottato instancabilmente per vedere riconosciuto il suo diritto al suicidio medicalmente assistito, previsto dalla sentenza Cappato della Corte costituzionale (n. 242/2019). Dopo una lunga attesa durata quasi due anni per la verifica dei requisiti da parte della ASL Umbria 1, tra ricorsi, solleciti e un intervento giudiziario, il 22 maggio 2025 le condizioni di Laura sono state finalmente riconosciute idonee per accedere a questa procedura.
Il marito Stefano ha raccontato gli ultimi momenti condivisi con Laura, descrivendo la sua scelta come un atto di libertà e sollievo dalla prigionia della malattia: “Morire e liberarti dalla prigione della vita può diventare il tuo sogno più grande. La felicità, appunto”. Stefano ha inoltre ricordato le difficoltà affrontate, le prenotazioni saltate per la morte assistita in Svizzera e la speranza nutrita fino all’ultimo momento di poter realizzare questo diritto in Italia.






