Venezia, 23 luglio 2025 – È stato fissato per il 14 novembre prossimo il processo d’appello nei confronti di Filippo Turetta, condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Giulia Cecchettin. L’udienza si svolgerà nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’assise d’appello presieduta dal giudice Michele Medici. La notifica della data è stata inviata ieri alla Procura generale, all’avvocato Giovanni Caruso, difensore dell’imputato, e ai legali dei familiari della vittima, costituiti parte civile, che avevano ottenuto in primo grado il risarcimento dei danni.
Il ruolo di Turetta nel caso di Giulia Cecchettin
L’omicidio di Giulia Cecchettin è avvenuto l’11 novembre 2023 a Fossò, in provincia di Venezia. La giovane studentessa di ingegneria biomedica, prossima alla laurea, è stata uccisa con numerose coltellate alla testa e al collo dal suo ex fidanzato, Filippo Turetta. Dopo aver terminato la relazione nel mese di agosto 2023, Turetta aveva manifestato comportamenti possessivi e minacce di suicidio, tanto che Giulia temeva per la propria incolumità. La sera dell’omicidio, dopo essere uscita con Turetta per acquistare un paio di scarpe in vista della cerimonia di laurea, Giulia è scomparsa. Il suo corpo è stato ritrovato il 18 novembre 2023 in un anfratto roccioso nel bosco, coperto da sacchi di plastica neri, mentre Turetta è stato arrestato in Germania e successivamente estradato in Italia.
Reazioni e iniziative dopo il femminicidio
La morte di Giulia ha suscitato profonda commozione e indignazione, dando vita a manifestazioni in molte città italiane e un vasto dibattito sul problema della violenza di genere. La sorella maggiore, Elena Cecchettin, ha denunciato la responsabilità sociale nel creare atteggiamenti di controllo e violenza, invitando a un impegno collettivo per prevenire tali tragedie. La famiglia ha inoltre promosso la Fondazione Giulia Cecchettin ETS, impegnata nella lotta contro la violenza di genere attraverso campagne di sensibilizzazione, educazione e supporto alle vittime. Il Parlamento italiano ha approvato un pacchetto di leggi per rafforzare la protezione delle donne, mentre nelle scuole sono stati introdotti progetti educativi per contrastare la violenza.
La vicenda resta al centro dell’attenzione pubblica e giudiziaria, con il processo d’appello che rappresenta un passaggio cruciale per il caso.






