Palermo, 26 agosto 2025 – Il fermo amministrativo della nave Mediterranea, battente bandiera italiana e operativa nel Mediterraneo centrale, ha suscitato una dura reazione da parte dell’ONG Mediterranea Saving Humans. La decisione delle autorità italiane segue un episodio avvenuto sabato scorso, quando la nave, dopo aver soccorso dieci persone in difficoltà, ha scelto di sbarcarle a Trapani anziché nel porto indicato di Genova, violando così le disposizioni ricevute.
Mediterranea Saving Humans contro il fermo: “Atto di ritorsione”
Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans, ha definito il provvedimento “un atto osceno e di ritorsione”, che “spiega chi sono gli amici di questo Governo che ha scelto come propri alleati e tutori dell’ordine le milizie libiche”. Le operazioni di soccorso si sono svolte in una delle aree più pericolose del Mediterraneo, dove la nave è stata costantemente seguita da motovedette della cosiddetta Guardia Costiera libica, come raccontato dalla stessa Marmorale.
Durante la missione, Mediterranea ha prestato soccorso a 10 persone, di cui tre minori, mentre quattro naufraghi sono annegati prima dell’arrivo dell’equipaggio. La decisione di sbarcare a Trapani è stata motivata dalla preoccupazione per le condizioni dei naufraghi e dal peggioramento del mare, condizioni che rendevano impraticabile il trasferimento verso Genova, distante oltre 1300 chilometri.
“Far fare ulteriori 1300 km a queste persone – ha spiegato Marmorale – ci sembra un provvedimento irricevibile e ingiustificabile. Per noi, la vita di quelle 10 persone ha pesato più di quel provvedimento”. La presidente ha inoltre denunciato la politica del Governo italiano che, secondo l’ONG, gestisce i flussi migratori “reprimendo le persone che si spostano e stringendo alleanze con chi reprime quei diritti a mano armata”, facendo riferimento anche agli episodi di violenza contro altre imbarcazioni come la Ocean Viking.
Mediterranea Saving Humans: una realtà consolidata nel soccorso in mare
Nata nel 2018 dall’indignazione per le migliaia di vittime del Mediterraneo e dalla chiusura dei porti, Mediterranea Saving Humans è oggi un punto di riferimento per il soccorso civile nel Mediterraneo centrale. L’ONG conta più di 40 Land Crews distribuite in Italia, Europa e Stati Uniti, che operano in modo autonomo ma sempre nel rispetto dei valori fondanti di solidarietà e tutela dei diritti umani.
La prima missione della nave Mare Jonio risale alla notte del 3-4 ottobre 2018, esattamente cinque anni dopo la tragedia di Lampedusa che causò oltre 360 morti. Da allora, Mediterranea ha continuato a monitorare le rotte migratorie e a intervenire in soccorso dei migranti, rafforzando una rete di attivisti e associazioni impegnate a costruire una società più accogliente.
L’ONG invita chiunque voglia contribuire attivamente alla sua missione a unirsi alle Land Crews, per partecipare quotidianamente a un cambiamento dal basso, basato sulla solidarietà e sul rispetto della vita umana.
Fonte: Nicolò Morocutti - Nave Mediterranea sotto fermo, l'ONG: "Ritorsione, per noi contano più le vite umane"





