Milano, 25 novembre 2025 – A quasi due anni dall’omicidio di Giulia Tramontano, la giovane donna uccisa a Senago mentre era incinta di sette mesi, emergono nuovi sviluppi giudiziari e un ricordo commosso da parte dei suoi familiari. La vicenda, che ha profondamente segnato l’opinione pubblica italiana, è ancora al centro delle riflessioni sulla violenza di genere e sulla cultura patriarcale.
Il ricordo di Giulia Tramontano
In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la madre di Giulia, Loredana Femiano, ha condiviso un messaggio toccante sui social: “Oggi non è più che mai. Oggi è come ogni giorno. Il dolore è come l’amore, si nutre di ricordi. La tua assenza è una ferita che sanguina sempre. Cara Giulia non finisce mai”. Anche la sorella Chiara ha voluto ricordare la sorella e il nipote Thiago, scomparsi tragicamente, sottolineando il dovere collettivo di prevenire la violenza contro le donne e rivolgendo parole cariche di dolore e speranza: “Il vostro porto è di sicuro nel cuore di tutti”.
La sentenza di Appello e le motivazioni della Corte
Il 25 giugno 2025 la Corte di Assise di Appello di Milano ha confermato la condanna all’ergastolo per Alessandro Impagnatiello, l’ex compagno di Giulia Tramontano, responsabile dell’omicidio avvenuto il 27 maggio 2023. Tuttavia, i giudici hanno escluso l’aggravante della premeditazione, riformando parzialmente la sentenza di primo grado. Nelle motivazioni depositate il 4 agosto, la Corte ha evidenziato l’assenza di prove certe circa la volontà deliberata di uccidere, sottolineando che l’avvelenamento con topicida era finalizzato all’interruzione non consensuale della gravidanza e non all’omicidio premeditato della donna.
La sentenza evidenzia come il dolo eventuale, ovvero la consapevolezza e accettazione del rischio di morte, non possa essere equiparato alla premeditazione, la forma più intensa di dolo. In particolare, si legge che l’imputato “si sarebbe determinato ad agire comunque, accettando l’evento ulteriore” della morte di Giulia, ma senza che questa fosse il fine primario del suo agire. La Corte ha inoltre respinto le critiche delle parti civili, precisando che la condotta di intossicazione reiterata resta gravemente esecrabile e punibile.
Il caso di Giulia Tramontano resta un simbolo della lotta contro la violenza sulle donne e delle difficoltà di affrontare fenomeni radicati nella cultura patriarcale. La sua memoria è viva e continua a ispirare iniziative di sensibilizzazione, mentre la giustizia prosegue nel riconoscere e punire tali crimini con la massima severità.
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