Emergono nuovi dettagli drammatici sulla tragica morte di Pamela Genini, la modella e imprenditrice di 29 anni uccisa martedì sera a coltellate dal compagno Gianluca Soncin nella loro abitazione di via Iglesias, nel quartiere Gorla a Milano. La vittima, proprio nel momento dell’aggressione, era al telefono con il suo ex fidanzato, a cui aveva confidato le sue paure e le minacce subite.
Pamela Genini: l’ultimo appello e la telefonata interrotta
Pamela aveva da tempo deciso di lasciare Soncin, ma temeva per la propria incolumità e quella dei suoi genitori, a causa delle minacce ripetute dell’uomo, che le diceva: “Se mi lasci ti ammazzo e ammazzo tua madre”. Nel corso della lunga relazione durata oltre un anno, la giovane aveva subito aggressioni fisiche da parte di Soncin, che l’avrebbe picchiata anche durante una vacanza all’Isola d’Elba nell’estate 2024, come ha riferito l’ex fidanzato agli investigatori.
La sera dell’omicidio, Pamela ha interrotto improvvisamente la chiamata con l’ex, inviandogli un messaggio disperato: “Ho paura, ha fatto il doppione delle mie chiavi. È entrato. Chiama la polizia”. L’ex ha immediatamente allertato le forze dell’ordine, ma ormai era troppo tardi.
L’arresto e le indagini su Soncin
Gianluca Soncin, 52 anni, ex calciatore e allenatore, è stato fermato con l’accusa di omicidio pluriaggravato, tra cui la premeditazione e lo stalking. L’uomo, che aveva fatto una copia delle chiavi di casa di Pamela Genini di nascosto, è entrato con un coltello da caccia, arma del delitto, e l’ha colpita più volte sul terrazzo dell’appartamento. Ricoverato in ospedale per una ferita autoinflitta al collo, è apparso freddo e distaccato e non ha risposto alle domande della pm Alessia Menegazzo. Domani sarà interrogato dal gip Tommaso Perna.
Le testimonianze raccolte dagli agenti delle Volanti della Questura di Milano rivelano che Soncin aveva già in passato esercitato violenza e atti persecutori nei confronti di Pamela, che però non aveva mai denunciato. La relazione era segnata da un controllo ossessivo da parte dell’uomo, che impediva alla compagna di vedere le amiche e aveva anche minacciato i genitori di lei, impedendole di allontanarsi definitivamente.






