Bergamo, 24 ottobre 2025 – Questa mattina a Strozza, piccolo centro della provincia di Bergamo, si sono celebrati i funerali di Pamela Genini, la giovane donna di 29 anni uccisa dieci giorni fa a Milano dal compagno Gianluca Soncin. Tra i presenti anche Elisa Bortolotti, amica e socia di Pamela, che ha espresso il proprio dolore e ha commentato gli ultimi sviluppi legati al caso.
Il ricordo di Pamela: “Una ragazza piena di vita”

Elisa Bortolotti ha descritto Pamela come “una ragazza piena di vita, solare, dolcissima” e ha sottolineato il grande vuoto lasciato dalla sua scomparsa. La cerimonia funebre, che si è tenuta alle 10.30 nella parrocchiale di Strozza, ha visto una grande partecipazione da parte della comunità locale e delle associazioni di tutela delle donne. Per gestire l’afflusso di persone, il Comune ha predisposto un articolato piano parcheggi e disposto sensi unici in alcune vie del paese. Per permettere a tutti di seguire la funzione, è stato allestito un impianto di amplificazione sia nella chiesa che al cimitero, dove si sono svolti ulteriori interventi commemorativi.
Bortolotti ha inoltre rivolto parole dure nei confronti di Gianluca Soncin, definendolo “sempre stato bugiardo” e auspicando che venga verificato “quando parla, cosa dice e quali altre bugie inventerà”. Ha concluso affermando che Pamela “è in buone mani, la dottoressa Menegazzo sta facendo tutto il possibile” e che ora “è il momento del dolore ed è il momento di andare a pregare per lei”.
Il fallimento delle tutele: il referto medico del 2024
Emergono dettagli inquietanti sul percorso di Pamela prima della tragedia. Il 4 settembre 2024, la giovane si era presentata all’ospedale di Seriate per un dito rotto, risultato di un’aggressione subita da Soncin il giorno precedente. Durante il ricovero, Pamela aveva risposto affermativamente a quattro domande chiave del protocollo di valutazione del rischio di violenza di genere, manifestando la paura che il compagno potesse ucciderla. Nonostante ciò, il cosiddetto codice rosso, strumento di protezione previsto in casi simili, non fu attivato.
Il referto medico descrive dettagliatamente le violenze subite: pugni alla testa, trascinamento per i capelli, traumi e graffi, oltre a minacce costanti. Le forze dell’ordine intervennero, ma la ragazza rifiutò di sporgere denuncia. Di conseguenza, l’intervento non ebbe seguito e non vennero adottate misure preventive. Questa mancanza di attivazione delle tutele è ora oggetto di indagine da parte degli inquirenti milanesi, che stanno acquisendo documenti e testimonianze per capire quali errori siano stati commessi nella gestione del caso.
Pamela Genini è stata uccisa con oltre trenta coltellate, di cui tre letali al cuore, come attestato dall’autopsia. La vicenda ha acceso nuovamente i riflettori sulla necessità di migliorare i meccanismi di protezione per le vittime di violenza domestica.
Fonte: Roberto Smaldore - Femminicidio Genini, Elisa Bortolotti, amica e socia di Pamela: "È il momento del dolore"





