Chieti, 11 settembre 2025 – La Corte d’Assise di Chieti ha condannato Mirko De Martinis a 18 anni di carcere per l’uccisione della compagna Alina Cozac, avvenuta nella notte del 22 gennaio 2023 a Spoltore, in provincia di Pescara. Il collegio giudicante ha riqualificato l’accusa da omicidio volontario aggravato a omicidio preterintenzionale aggravato, pronunciando la sentenza dopo oltre due ore e mezza di camera di consiglio.
Le richieste delle parti
Il pubblico ministero aveva invocato l’ergastolo, mentre la difesa, rappresentata dall’avvocato Michele Vaira, ha insistito per l’assoluzione sostenendo che “il fatto non sussiste”. Oltre alla pena detentiva, De Martinis è stato interdetto in via definitiva dai pubblici uffici e condannato a risarcire i danni alle parti civili, che saranno quantificati in un procedimento separato.
L’udienza e i familiari
L’imputato, attualmente ai domiciliari, era presente in aula anche in quest’ultima udienza. Per la famiglia della vittima ha partecipato la sorella Maria Magdalena Cozac, assistita insieme agli altri congiunti dagli avvocati Valter Biscotti, Alessandra Lepri e Fernando La Rovere.
La perizia medica
Il processo era stato sospeso lo scorso marzo, quando la Corte aveva disposto una nuova perizia medico-legale per chiarire le cause della morte, considerati inconciliabili i risultati prodotti dalle parti. L’accertamento affidato al medico legale Roberto Testi, direttore della medicina legale della Asl di Torino, e all’anatomo-patologo Stefano Taraglio ha stabilito che Alina Cozac è deceduta per asfissia meccanica dovuta a compressione del collo.
Il movente di Mirko De Martinis secondo l’accusa
Per la procura, la decisione di Alina di lasciare il compagno sarebbe stata alla base della tragedia. Proprio quel giorno la donna aveva programmato di trasferirsi a casa di un’amica per iniziare una nuova vita autonoma, sia dal punto di vista economico che personale. “Era una giovane donna piena di energia, desiderosa di riacquistare la propria libertà”, ha sottolineato la pm Mantini nella requisitoria.
La linea difensiva
Diversa la tesi sostenuta dalla difesa, secondo la quale non vi sarebbero prove né indizi per attribuire la responsabilità a De Martinis. L’avvocato Vaira ha indicato come possibile causa del decesso una patologia di cui la vittima soffriva, insistendo che l’allontanamento da casa fosse previsto solo per il giorno successivo.






