Roma, 12 novembre 2025 – È iniziato oggi davanti alla terza Corte d’Assise di Roma il processo a carico di Mark Antony Samson, il 23enne reo confesso dell’omicidio volontario aggravato dell’ex fidanzata Ilaria Sula, la giovane studentessa universitaria trovata morta lo scorso marzo in una valigia abbandonata in un dirupo nei pressi della Capitale. La Procura di Roma, coordinata dall’aggiunto Giuseppe Cascini, ha chiesto il giudizio immediato, ritenendo consolidate le prove raccolte nel corso delle indagini.

La Sapienza si costituisce parte civile nel processo per la morte di Ilaria Sula
L’Università La Sapienza, dove Ilaria studiava statistica e Samson architettura, ha ufficialmente chiesto di costituirsi parte civile nel procedimento penale. Lo ha annunciato l’avvocato Roberto Borgogno, legale dell’Ateneo, sottolineando come la scoperta da parte della vittima dell’inganno del giovane, che aveva falsificato il superamento di alcuni esami, sia stata una delle cause scatenanti del delitto. Insieme all’università, si sono costituite parte civile anche diverse associazioni di tutela delle vittime, tra cui Penelope Lazio e l’Associazione Italiana Vittime Vulnerabili. La decisione definitiva sulla ammissione delle parti civili sarà presa il 9 dicembre dalla Corte.
Le parole dei familiari e le accuse a carico di Samson e della madre
Alla prima udienza, i genitori di Ilaria hanno espresso il loro profondo dolore: “Vogliamo solo giustizia per Ilaria. È un dolore che non guarisce mai”, hanno dichiarato visibilmente commossi, mentre il loro avvocato Giuseppe Sforza ha definito il momento “difficilissimo” per i familiari, costretti a confrontarsi con l’imputato.
Le indagini hanno anche coinvolto la madre di Samson, accusata di concorso in occultamento di cadavere per aver aiutato a ripulire la scena del crimine e a nascondere il corpo della giovane. La donna ha chiesto di patteggiare una pena a due anni, con la decisione che sarà presa il 28 novembre.
L’accusa nei confronti di Mark Antony Samson è grave: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi, dal legame affettivo con la vittima e occultamento di cadavere. Le prove emerse dall’analisi dei telefonini dei due giovani hanno rivelato che l’aggressione non fu un gesto impulsivo, ma pianificato. Samson aveva scritto a un amico “O torna con me o la uccido”, confermando la premeditazione.
Il corpo di Ilaria, una studentessa di 22 anni originaria di Terni, era stato trovato dopo giorni di ricerche in un’area boschiva fuori Roma, con evidenti segni di percosse e tre coltellate al collo, inferte nella casa di via Homs dove il giovane viveva con i genitori. Dopo il delitto, Samson ha tentato di depistare le indagini inviando messaggi dal cellulare della ragazza e mentendo agli inquirenti.
Il caso ha suscitato una forte mobilitazione studentesca e sociale in tutto il Lazio, con manifestazioni per chiedere più impegno nella lotta contro la violenza di genere. La rettrice de La Sapienza, Antonella Polimeni, ha definito la vicenda un “brutale femminicidio” che ha lasciato “il cuore spezzato” l’intera comunità universitaria.


