Proseguono con estrema attenzione le indagini sul femminicidio di Cinzia Pinna, la giovane di 33 anni uccisa lo scorso settembre all’interno della tenuta di famiglia di Emanuele Ragnedda a Conca Entosa, in Gallura. Questa mattina i carabinieri del Ris di Cagliari, affiancati dal medico legale e dagli avvocati delle parti coinvolte, hanno effettuato un nuovo sopralluogo tecnico nel casolare teatro del delitto, per ricostruire con precisione la scena del crimine e verificare le dichiarazioni del reo confesso, l’imprenditore vitivinicolo di Arzachena.
Femminicidio Cinzia Pinna: il sopralluogo del Ris per ricostruire la dinamica del delitto
I militari specializzati del Ris, insieme al medico legale Salvatore Lorenzoni, hanno riposizionato il divano che Ragnedda aveva spostato all’esterno dopo l’omicidio, rimuovendo la cuscineria presumibilmente al fine di eliminare tracce di sangue. Inoltre, sono state utilizzate sagome per simulare la posizione esatta delle persone durante la notte tra l’11 e il 12 settembre, momento in cui l’imprenditore ha sparato tre colpi di pistola al volto di Cinzia Pinna, con il colpo fatale allo zigomo.
La scena è stata nuovamente esaminata anche per verificare le versioni fornite da Ragnedda, che nonostante la confessione presenta ancora diverse incongruenze, soprattutto sulla dinamica e sulle condizioni della scena del crimine. Un dettaglio al centro delle indagini è anche il coinvolgimento di Rosa Maria Elvo, ristoratrice di San Pantaleo, indagata per favoreggiamento per aver presumibilmente aiutato a coprire le tracce lasciate sul divano.
I retroscena dell’indagine e i protagonisti coinvolti
L’inchiesta coordinata dalla Procura di Tempio Pausania continua a scandagliare ogni particolare della vicenda. Il corpo di Cinzia Pinna è stato ritrovato in un’area isolata della proprietà indicata da Ragnedda durante la confessione. L’imprenditore è stato fermato dopo un tentativo di fuga in gommone e ora resta al centro degli accertamenti.
Le indagini si concentrano anche sui possibili complici, tra cui una donna che avrebbe aiutato Ragnedda a ripulire la scena del crimine e a nascondere il corpo, nonché un giovane milanese indagato per occultamento di cadavere. Nel frattempo, la famiglia della vittima continua a chiedere giustizia, mentre la figura di Ragnedda emerge come quella di un uomo tormentato, noto per una vita segnata da eccessi e ossessioni.






