Gela, 7 ottobre 2025 – Una nuova tragedia di femminicidio scuote la città di Gela. La sessantaquattrenne Veronica Abaza è stata uccisa brutalmente a mani nude dal convivente, il quarantenne Lucian Stan, arrestato e ora in carcere con l’accusa di omicidio. A ricostruire i dettagli dell’orrore è stato il procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, durante una conferenza stampa.
Le dinamiche del femminicidio
Il femminicidio è avvenuto lo scorso 17 settembre nell’abitazione di via Amendola, nel quartiere San Giacomo. Stan avrebbe colpito ripetutamente la donna con pugni e calci, causando un grave politrauma cranico-encefalico e toraco-addominale, come emerso dalla relazione preliminare dell’autopsia giudiziaria. Secondo i carabinieri, le lesioni sono state provocate dalla violenza meccanica esercitata a mani nude e dall’urto della testa contro una superficie rigida. La dinamica dell’aggressione è stata descritta negli atti con l’aggressore che si sarebbe messo a cavalcioni sulla vittima, schiacciandola con forza sul torace e sull’addome.
Stan, un bracciante agricolo di origine romena come la vittima, ha tentato di far passare il delitto come un incidente domestico legato all’assunzione di alcol da parte della donna, ma questa versione non ha convinto gli investigatori. Inoltre, l’uomo avrebbe cercato di alterare la scena del crimine eliminando le macchie di sangue e minacciando alcuni connazionali che conoscevano la situazione, nel tentativo di impedire che emergessero testimonianze a suo carico. Fondamentale è stata la collaborazione della comunità romena locale, che ha fornito informazioni preziose agli inquirenti.
Il contesto più ampio e i numeri della violenza
L’episodio si inserisce in un quadro di violenza di genere che continua a colpire l’Italia, con oltre 1400 donne uccise dal 2012 a oggi. Nel solo 2025, la procura di Gela ha aperto circa 150 procedimenti per stalking e minacce ai danni di donne, segno di una persistente emergenza nel contrasto alla violenza domestica e di genere.






