Una decisione a sorpresa scuote la vicenda legale della cosiddetta “famiglia del bosco”: l’avvocato Giovanni Angelucci ha ufficialmente rimesso il mandato difensivo, motivando la scelta con i ripetuti rifiuti da parte dei coniugi Trevallion-Birmingham alle soluzioni proposte per migliorare la loro situazione abitativa e per la gestione del procedimento giudiziario in corso.
Famiglia nel bosco, la rinuncia dell’avvocato Angelucci: i motivi
Nel comunicato diffuso oggi, l’avvocato Angelucci ha spiegato di aver ricevuto negli ultimi giorni “troppe pressanti ingerenze esterne” che hanno compromesso la fiducia necessaria per portare avanti una difesa efficace. Un aspetto determinante, ha sottolineato il legale, è stata la mancata collaborazione dei coniugi nel seguire la linea difensiva concordata e la loro opposizione a passaggi logistici e tecnici ritenuti imprescindibili per predisporre il ricorso per reclamo, la cui scadenza è imminente.
In particolare, la mattina di oggi Angelucci aveva organizzato un incontro con una psicologa psicoterapeuta infantile, esperta in psicoterapia cognitivo-comportamentale, per fornire un supporto tecnico-scientifico ai Trevallion-Birmingham, nel caso fosse stato necessario durante il futuro giudizio. La mancata adesione a questo e altri passaggi ha spinto il legale, con “sommo malincuore”, a rinunciare al mandato, pur restando a disposizione per qualsiasi necessità o chiarimento.
I nuovi avvocati della famiglia nel bosco
Gli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas hanno preso il posto di Giovanni Angelucci come legali dei coniugi Trevallion-Birmingham. I nuovi legali stanno ora preparando il ricorso contro tale provvedimento, da depositare entro la scadenza di sabato 29 novembre.
Rifiuti alle proposte di soluzione e crisi del rapporto professionale
Secondo quanto riferito dall’avvocato, la rottura definitiva è avvenuta dopo ripetuti rifiuti dei coniugi alle proposte avanzate per uscire dall’impasse abitativa e procedurale. Tra le soluzioni scartate figurava un’abitazione messa a disposizione gratuitamente da un imprenditore della ristorazione di Ortona, originario di Palmoli, a pochi chilometri dalla loro residenza attuale. Anche il progetto di ristrutturazione straordinaria dell’immobile, preparato da un tecnico di fiducia e pronto per il deposito presso il genio civile, non ha trovato il consenso dei coniugi, che hanno giudicato i lavori “troppo invasivi e impattanti”.
Inoltre, un’offerta di intervento edilizio da parte della ditta Ssap San Salvo Appalti Spa, disposta a eseguire i lavori a proprie spese, è stata respinta dal signor Trevallion. Questi elementi, insieme alle interferenze esterne che hanno incrinato il rapporto fiduciario con l’avvocato, hanno portato alla decisione di Angelucci di abbandonare la difesa di quella che definisce “una splendida famiglia, che tanto mi ha dato in termini di umanità e sentimenti”.
L’avvocato conclude il suo messaggio con un auspicio rivolto ai coniugi: “Auguro a tutti loro buona vita ed auspico di trovare quella pace e quella serenità tanto agognate, che possono essere raggiunte solo smussando gli angoli e spalancando mente e cuore”.
La posizione della ministra Roccella sulla famiglia nel bosco
Durante la trasmissione radiofonica Ping Pong su Rai Radio 1, la ministra Eugenia Roccella ha sottolineato che la sottrazione dei bambini dalla famiglia deve essere considerata solo come una misura estrema. “Credo che si possano sottrarre i bambini all’ambiente familiare solo se c’è un forte rischio pressante ed importante, come un pericolo per la vita, la salute grave o una malnutrizione pesante”, ha dichiarato la ministra, precisando che dall’ordinanza relativa al caso non sembrerebbe emergere tale livello di rischio. Tuttavia, ha aggiunto che non dispone ancora di tutte le informazioni, in quanto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha richiesto la documentazione completa e la relazione del presidente del Tribunale per valutare un’eventuale ispezione.
Roccella ha inoltre evidenziato una problematica spesso sottovalutata nel dibattito: “Mi pare un caso tipico di svalutazione del trauma derivante dalla sottrazione di un bambino alla famiglia”. Secondo la ministra, l’ordinanza motiva l’allontanamento con la mancanza di socializzazione tra pari dei bambini, ma “la socializzazione tra pari è importante, certo, ma è meno importante del rapporto con i genitori?” ha domandato, sottolineando la necessità di sostenere le famiglie piuttosto che sottrarre i figli.
Nordio: “Pronto a intervenire se emergono responsabilità”
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è tornato sulla vicenda della famiglia che viveva nei boschi di Palmoli, sottolineando la necessità di valutare ogni elemento con grande attenzione. Durante il question time alla Camera, ha spiegato che la situazione richiede un equilibrio tra i diritti in gioco e che, qualora emergessero responsabilità di natura disciplinare, è pronto a utilizzare tutti i poteri previsti dalla legge.
Nordio ha inoltre precisato di essersi attivato immediatamente per chiarire i contorni della vicenda, coinvolgendo l’Ispettorato e chiedendo la trasmissione completa della documentazione. Gli atti richiesti, però, non sono ancora stati inviati in forma integrale.
Il retroscena: un anno fa la fuga della madre
Un anno fa, la madre della famiglia, Catherine Birmingham, aveva lasciato la casa a Palmoli e si era rifugiata a Bologna con i figli per sfuggire ai tentativi di intervento da parte degli assistenti sociali. Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Centro, la donna temeva che i servizi sociali potessero procedere all’allontanamento dei bambini, cosa che si è poi verificata solo recentemente. La vicenda ha avuto anche una dimensione giudiziaria, con l’apertura di un fascicolo che ha ricostruito la fuga della madre e il mantenimento di false informazioni da parte del padre, Nathan Trevallion, rimasto nel casolare di Palmoli.






