Chieti, 19 dicembre 2025 – La vicenda della cosiddetta “famiglia nel bosco” continua a tenere viva l’attenzione in Abruzzo, dopo che la Corte d’Appello dell’Aquila ha rigettato il ricorso presentato dai legali dei genitori contro l’ordinanza del Tribunale per i Minorenni. La decisione conferma la sospensione della responsabilità genitoriale per Nathan Trevallion e Catherine Birmingham, e il collocamento dei loro tre figli minori in una casa famiglia a Vasto.

La decisione della Corte d’Appello
Il provvedimento, originariamente emesso dal Tribunale per i Minorenni dell’Aquila, aveva disposto il trasferimento dei bambini da Palmoli a Vasto il 20 novembre scorso, collocandoli in una struttura protetta. La madre può comunque incontrare i figli in alcuni momenti della giornata nella casa famiglia, dove attualmente risiedono. La Corte d’Appello ha respinto il reclamo dei difensori dei genitori, confermando quindi la validità dell’ordinanza che ha determinato il distacco dei minori dalla famiglia.
Famiglia nel bosco, contesto e le reazioni sul territorio
La vicenda ha scosso profondamente la piccola comunità di Palmoli, dove Nathan e Catherine risiedevano in un casolare isolato nel bosco. Secondo i vicini, la famiglia godeva di una certa stima, e la decisione giudiziaria ha suscitato sentimenti di dolore e incredulità. Osvaldo, uno dei residenti più anziani, ha espresso il suo rammarico per l’allontanamento dei bambini, sottolineando le difficoltà e l’isolamento in cui vive la comunità rurale, spesso poco considerata dalle istituzioni.
Dal canto suo, Nathan, padre della famiglia, si sarebbe rifugiato a Chieti e non rilascia più dichiarazioni, scegliendo il silenzio dopo una recente riunione con altri neo-rurali che condividono la sua filosofia di vita. Gli amici temerebbero che lo stato di salute del padre sia compromesso dallo stress e dalla rabbia per gli ultimi sviluppi.
L’attenzione mediatica e sociale resta alta, testimoniata anche da una petizione online che ha raccolto oltre 150 mila firme a sostegno della famiglia. Nel cuore della disputa rimane la delicata questione del bilanciamento tra tutela dei minori e rispetto delle scelte di vita alternative dei genitori.






