Chieti, 1 dicembre 2025 – È stata fissata per giovedì 4 dicembre l’udienza di comparizione delle parti presso il Tribunale per i minorenni dell’Aquila, nell’ambito del procedimento che riguarda la famiglia che vive nel bosco di Palmoli, in provincia di Chieti. La vicenda, seguita con attenzione da parte delle istituzioni e dell’opinione pubblica, ruota attorno alla sospensione della responsabilità genitoriale e al collocamento in una casa famiglia dei tre bambini.
Udienza al Tribunale: genitori e avvocati convocati
L’udienza, come riferito dall’ANSA, vedrà presenti i genitori dei minori assistiti dagli avvocati Marco Femminella e Danila Solinas. Il Tribunale ha ufficialmente richiesto la comparizione delle parti, ma non si esclude che possa decidere di modificare o revocare l’ordinanza di allontanamento emessa lo scorso 20 novembre. Tale ordinanza era stata adottata a seguito di segnalazioni circa le condizioni di vita della famiglia, che ha scelto uno stile di vita alternativo, vivendo in un casolare isolato e senza servizi tradizionali.
I legali della famiglia, infatti, hanno presentato venerdì scorso un ricorso alla Corte d’Appello dell’Aquila – Sezione minori, chiedendo la sospensione dell’esecutività dell’ordinanza e il riaffidamento dei bambini ai genitori. Secondo la difesa, sarebbero venuti meno i presupposti giuridici e di fatto che avevano determinato la sospensione della responsabilità genitoriale.
Contesto e condizioni di vita della famiglia del bosco
La famiglia, composta da una coppia anglosassone e i loro tre figli, conduce una vita in completa autonomia, senza luce elettrica convenzionale e acqua corrente, ma con pannelli fotovoltaici e pozzi. I bambini sono educati con il metodo dell’home schooling, regolarmente certificato da istituti autorizzati, e godono di buona salute, come attestato da visite pediatriche. Tuttavia, i servizi sociali avevano espresso preoccupazioni per condizioni abitative giudicate fatiscenti e per la mancata iscrizione scolastica tradizionale, oltre al rifiuto dei genitori di sottoporre i figli ad accertamenti medici, che i legali definiscono invece una provocazione.
Il procedimento giudiziario in corso riflette la complessità di tutelare i diritti dei minori in situazioni di isolamento sociale e culturale, bilanciando il rispetto delle scelte familiari e la protezione dell’integrità fisica e psichica dei bambini.






