Catania, 02 Giugno – Un’attività stromboliana è osservata al cratere di Sud-Est dell’Etna. Modelli previsionali indicano che eventuali nubi eruttive si disperderebbero a Sud-Ovest. Il tremore vulcanico registra un incremento, con valori elevati intorno all’1:50. L’Ingv ha emesso un avviso per l’aviazione di livello arancione. Attualmente, non si segnalano impatti sull’aeroporto Vincenzo Bellini
L’Osservatorio Etneo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha recentemente segnalato un’intensa attività stromboliana al cratere di Sud-Est dell’Etna, il vulcano più attivo d’Europa. Questo fenomeno, che si è manifestato a partire dalle 23 di ieri, è stato documentato attraverso un incremento significativo dell’ampiezza del tremore vulcanico, che ha raggiunto livelli elevati intorno all’1.50 della notte scorsa. L’epicentro di tale attività è localizzato a circa 2.800 metri sopra il livello del mare, precisamente nell’area sommitale del vulcano.
Monitoraggio dell’attività eruttiva
Nonostante l’aumento dell’attività eruttiva, il modello previsionale indica che eventuali nubi di cenere potrebbero disperdersi in direzione Sud-Ovest, senza impattare sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania. Tuttavia, l’INGV ha aggiornato il VONA (Volcano Observatory Notice for Aviation) a livello arancione, riflettendo la necessità di monitorare attentamente la situazione, soprattutto per le possibili conseguenze sui voli e sulla sicurezza aerea.
Le caratteristiche dell’attività vulcanica dell’Etna
Dopo l’1:30 di questa mattina, è stato registrato un ulteriore incremento dell’attività infrasonica, con la localizzazione del tremore che rimane concentrata nell’area dei crateri centrali. Questo tipo di attività è caratterizzato da esplosioni sporadiche che generano fontane di lava e materiale piroclastico, elementi che attraggono turisti e studiosi da tutto il mondo. Le eruzioni dell’Etna non solo costituiscono un evento di grande rilevanza scientifica, ma anche un’attrazione turistica che contribuisce significativamente all’economia locale.
Un patrimonio da proteggere
L’Etna, riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 2013, presenta una geografia complessa e affascinante, con una serie di crateri e coni vulcanici che si sono formati nel corso dei millenni. La sua attività eruttiva è ben documentata e continua a essere oggetto di studio per vulcanologi e geologi, che cercano di comprendere le dinamiche sottostanti a questi fenomeni. La situazione attuale richiede quindi un monitoraggio costante, non solo per garantire la sicurezza dei residenti e dei turisti, ma anche per raccogliere dati preziosi sulla geologia e sull’ecologia del vulcano.






