Roma, 5 dicembre 2025 – Nuovi sviluppi emergono nel caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane cittadina vaticana sparita il 22 giugno 1983, un mistero che continua a scuotere la Capitale e la Santa Sede dopo oltre quarant’anni. Recentemente, la magistratura romana ha approfondito le indagini concentrandosi nuovamente su un elemento chiave della vicenda: la perquisizione nella casa dello zio di Emanuela. Il fratello della ragazza, Pietro Orlandi, ha definito questa operazione come “l’ennesimo depistaggio”, sollevando nuovi dubbi sul reale avanzamento delle indagini.
Indagini e perquisizioni nella famiglia Orlandi
L’attenzione degli inquirenti si è focalizzata su ambienti familiari e legami personali, in particolare su uno zio di Emanuela Orlandi. La perquisizione si inserisce nel contesto delle nuove attività giudiziarie avviate nel 2023, quando la Procura di Roma, unitamente ai magistrati vaticani e a una commissione parlamentare bicamerale, ha riaperto il caso, dopo anni di archiviazioni. Questo rilancio investigativo punta a fare luce su vicende oscure che riguardano non solo la famiglia Orlandi ma anche ambienti interni al Vaticano e alle istituzioni romane.
Pietro Orlandi ha commentato con scetticismo questa fase delle indagini, sottolineando come molti elementi siano stati finora ignorati o manipolati, configurando così un sistema di depistaggi che ha impedito di trovare risposte certe. Il suo ruolo di fratello e testimone diretto rende il suo giudizio particolarmente significativo, poiché continua a chiedere verità per la sorella e per tutte le vittime di simili misteri.
Il caso Emanuela Orlandi
La sparizione di Emanuela Orlandi è uno dei casi più emblematici e controversi della storia italiana e vaticana. Quindici anni all’epoca della scomparsa, Emanuela abitava all’interno del Vaticano con la sua famiglia ed era una studentessa di musica appassionata, frequentando l’Accademia “Tommaso Ludovico da Victoria” a Roma. La giovane sparì mentre si recava a una lezione, e da allora nessuna traccia è stata trovata.
Le piste investigative hanno spaziato per decenni dal terrorismo internazionale, ai servizi segreti, alla criminalità organizzata romana, con particolare attenzione alla Banda della Magliana, fino a teorie legate a presunti scandali sessuali vaticani. Nel corso degli anni sono stati compiuti numerosi scavi e ricerche, anche presso la Nunziatura Apostolica e in altri luoghi simbolici di Roma. Tuttavia, i resti ritrovati non hanno mai confermato la presenza di Emanuela.
Il ruolo della famiglia e le ricerche
La famiglia Orlandi ha sempre mantenuto un ruolo attivo nelle ricerche e nell’attenzione mediatica. Pietro, fratello di Emanuela, è spesso voce critica nei confronti delle istituzioni, denunciando quella che definisce una “rete di silenzi e omissioni”. Le ultime perquisizioni indicano che gli inquirenti cercano di approfondire rapporti familiari e possibili retroscena che potrebbero essere stati trascurati.
La vicenda rimane aperta a molte congetture, ma continua a rappresentare un nodo cruciale per la giustizia italiana e per la verità storica su uno dei misteri più inquietanti legati alla città di Roma e al Vaticano.





