Lecce, 5 settembre 2025 – Si è conclusa dopo quasi vent’anni la latitanza di Durin Lusha, cittadino albanese di 52 anni, arrestato a Taviano, nei pressi di Lecce, dai Carabinieri. L’uomo, ricercato in tutta Europa, è stato sorpreso mentre si trovava al tavolino di un bar, riconosciuto grazie a un particolare tatuaggio sull’avambraccio destro raffigurante una donna seminuda, un dettaglio che gli investigatori ricordavano nonostante il lungo periodo trascorso.
Durin Lusha, arresto e condanna definitiva
Durin Lusha deve scontare una condanna definitiva a 10 anni di reclusione, pronunciata dalla Corte d’Appello nel 2006. L’uomo era capo di un’organizzazione criminale italo-albanese dedita all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione e alla riduzione in schiavitù di giovani donne straniere, prevalentemente provenienti dall’Albania. Per sfuggire alla cattura, aveva modificato il nome di battesimo sul passaporto, passando da Durin a Elidon, ma questa precauzione non è bastata a eludere il sistema di controllo delle forze dell’ordine.
L’arresto è avvenuto grazie all’attenzione dei Carabinieri della stazione di Taviano, che, riconoscendo il tatuaggio distintivo, hanno effettuato un controllo approfondito. Al momento del fermo, Lusha ha tentato di fornire false generalità, dichiarando di vivere a Milano, ma i controlli incrociati hanno rapidamente smentito le sue dichiarazioni.
Indagini in corso e dettagli della latitanza
Le indagini proseguono per individuare la rete di fiancheggiatori che ha consentito a Lusha di mantenersi latitante per quasi due decenni. La sua cattura rappresenta un importante risultato investigativo per l’Arma dei Carabinieri, impegnata costantemente nel contrasto alla criminalità organizzata e al traffico di esseri umani.
Il caso di Lusha si inserisce nel contesto più ampio della lotta contro le organizzazioni criminali che sfruttano la vulnerabilità di giovani donne straniere, un fenomeno che continua a rappresentare una sfida per le autorità italiane ed europee. La sua latitanza, durata quasi 20 anni, si è conclusa in maniera inattesa, con un episodio apparentemente ordinario, come quello di un drink sorseggiato in un bar del Salento, a dimostrazione dell’importanza dell’attenzione al dettaglio nelle attività investigative.






