Milano, 17 giugno 2025 – Dieci anni di reclusione per Andrea Beretta e dieci anni anche per Luca Lucci. È questo l’esito del processo con rito abbreviato celebrato a Milano davanti alla gup Rossana Mongiardo, incentrato sulle attività illecite legate alle curve dello stadio di San Siro. Il procedimento, articolato in più filoni, ha coinvolto complessivamente 16 imputati tra capi ultrà e loro sodali.
Inchiesta doppia curva, le accuse agli ultrà Beretta e Lucci
Andrea Beretta, ex leader della Curva Nord interista e collaboratore di giustizia, era imputato per l’omicidio di Antonio Bellocco, anche lui membro del direttivo ultrà nerazzurro e legato al clan di ‘ndrangheta, nonché per associazione a delinquere con aggravante mafiosa. Luca Lucci, figura di spicco della Curva Sud milanista, è stato invece condannato per il tentato omicidio dell’ultrà Enzo Anghinelli e per associazione per delinquere. Per entrambi, la pena inflitta coincide con le richieste avanzate dalla Procura.
Il contesto del maxi blitz
L’inchiesta, condotta dai pm della Direzione distrettuale antimafia di Milano Paolo Storari e Sara Ombra, rientra nel maxi blitz denominato “doppia curva”, scattato a settembre con l’intervento della Polizia e della Guardia di finanza. L’operazione portò all’arresto di 19 persone e permise di far emergere un quadro strutturato di criminalità all’interno delle curve, con legami diretti con la ‘ndrangheta.
Il ruolo delle parti civili
La sentenza ha anche stabilito dei risarcimenti per danni patrimoniali e d’immagine a favore delle parti civili costituite nel processo. Alla Lega Serie A, rappresentata dall’avvocato Salvatore Pino, è stata riconosciuta una provvisionale esecutiva di 20mila euro. Ai club Inter e Milan, difesi rispettivamente dagli avvocati Francesco Mucciarelli, Adriano Raffaelli, Caroline Hassoun e Enrico de Castiglione, sono stati riconosciuti 50mila euro ciascuno. Gli ulteriori risarcimenti saranno determinati in sede civile.
Inchiesta doppia curva, presidio fuori dall’aula bunker
Mentre all’interno dell’aula bunker di San Vittore si leggeva la sentenza a porte chiuse, all’esterno si radunava un gruppo di sostenitori della Curva Sud, in segno di solidarietà verso i condannati. Il processo ha fatto luce su dinamiche criminali che andavano ben oltre il tifo organizzato, mettendo in evidenza il legame tra frange estreme del tifo e organizzazioni mafiose.