La Procura di Roma ha avviato un’indagine riguardante la diffusione di immagini generate tramite intelligenza artificiale che ritraggono donne dello spettacolo e non solo, spogliate con l’IA e pubblicate su un sito per adulti. L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco, è partita a seguito di alcune denunce, tra cui quella della giornalista Francesca Barra. L’ipotesi di reato è quella di illecita diffusione di contenuti creati o alterati con sistemi di IA, un crimine introdotto nel codice penale solo dall’ottobre scorso, che prevede una pena da uno a cinque anni di reclusione. Le indagini sono affidate alla Polizia Postale.
Donne spogliate con l’IA: il nuovo sito sessista denunciato da Francesca Barra
Francesca Barra, da anni impegnata in ambito giornalistico e culturale, ha denunciato pubblicamente quanto accaduto. La conduttrice – che recentemente ha affiancato Roberto Poletti nei programmi “4 di sera” e “4 di sera Weekend” su Rete 4, oltre a essere opinionista nel reality “The Couple – Una vittoria per due” su Canale 5 – si è ritrovata vittima di questa pratica che viola la sua immagine e dignità. La Barra, nota anche per il suo impegno sociale e la sensibilità verso temi come la criminalità organizzata e la tutela delle donne, ha espresso profonda preoccupazione per la diffusione incontrollata di tali contenuti.
Un quadro normativo in evoluzione e l’impegno politico
L’uso del deepfake per creare contenuti pornografici senza il consenso delle persone ritratte è un fenomeno di recente regolamentazione in Italia, grazie all’introduzione di una norma specifica nel codice penale. Tuttavia, la complessità tecnica e giuridica rende difficoltose le indagini e l’individuazione degli autori e gestori di tali siti.
Sul fronte politico, la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita, membro della commissione parlamentare Segre, ha annunciato un impegno per affrontare il fenomeno, con l’obiettivo di proporre una legge condivisa per contrastare questa nuova forma di violenza digitale. L’attenzione istituzionale sul tema cresce, in parallelo alla diffusione dei casi che coinvolgono donne famose e persone comuni vittime di manipolazioni e abusi virtuali.






