Madrid, 24 luglio 2025 – La morte del dj napoletano Michele Noschese, noto con il nome d’arte Dj Godzi, avvenuta a Ibiza lo scorso 19 luglio, resta avvolta da una controversia tra le versioni ufficiali fornite dalla Guardia Civil e le denunce della famiglia. L’autopsia preliminare indica che la causa del decesso sarebbe legata alla continua assunzione di sostanze stupefacenti, senza però riscontrare segni di violenza sul corpo, circostanza che esclude un coinvolgimento diretto delle forze dell’ordine nel decesso. Tuttavia, la famiglia del 35enne ha presentato un esposto per omicidio volontario, richiedendo ulteriori accertamenti.
La morte di Michele Noschese
Il dj, che da oltre dieci anni viveva a Ibiza, è stato fermato dalla Guardia Civil dopo che, secondo la ricostruzione ufficiale, avrebbe aggredito un vicino con un coltello durante una festa nella sua abitazione nel complesso residenziale di Carrer de Lausanne. Gli agenti, intervenuti a seguito di segnalazioni per schiamazzi, avrebbero trovato Noschese in uno stato di alterazione psichica dovuta all’uso di droghe, tra cui 2CB, ketamina e cocaina, rilevate durante la perquisizione nell’appartamento. Il fermo sarebbe degenerato in una colluttazione, al termine della quale il dj ha avuto un arresto cardiaco.
Diversi testimoni, tra cui amici e vicini, contestano la versione ufficiale e riferiscono che Noschese sarebbe stato bloccato con mani e piedi ammanettati, picchiato e poi lasciato morire senza soccorsi adeguati. Un amico ha dichiarato di aver assistito all’ultimo respiro del dj mentre era trattenuto dagli agenti. La famiglia, guidata dal padre Giuseppe, ex coordinatore del “Trauma Center” del Cardarelli, ha richiesto una perizia medico-legale indipendente e l’esecuzione di ulteriori esami diagnostici, tra cui TAC e risonanza magnetica, per chiarire le cause della morte.
La presunta aggressione a una donna
Secondo quanto riferito in una nota diffusa dalle autorità spagnole, sabato mattina gli agenti sono intervenuti nel complesso residenziale di Roca Lisa, a Santa Eulalia, in seguito a diverse chiamate al numero di emergenza 112 che segnalavano colluttazioni e alterchi. Stando a quanto ricostruito grazie a un’indagine definita “minuziosa”, Noschese avrebbe aggredito una donna, presumibilmente la sua compagna, costringendola a fuggire da un balcone per mettersi in salvo. La giovane, di cui non sono state rese note le generalità, presentava numerosi lividi e si era rifugiata in un appartamento vicino, temendo ulteriori violenze.
La Guardia Civil riferisce inoltre che, poco prima dell’arrivo delle forze dell’ordine, il dj avrebbe avuto una violenta discussione con due uomini presenti nella casa. Al loro arrivo, gli agenti – accompagnati dal personale di sicurezza del residence – hanno trovato Noschese in uno stato di forte alterazione psicofisica, apparentemente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e in preda ad allucinazioni. L’uomo si sarebbe lanciato dal balcone della propria abitazione per poi introdursi nell’appartamento di un vicino anziano, che avrebbe minacciato con un coltello tenendolo per il collo.
Di fronte a una situazione definita di “grave pericolo”, gli agenti sono intervenuti insieme alla sicurezza privata per bloccare Noschese, che avrebbe opposto una violenta resistenza. Immobilizzato, il dj ha perso conoscenza poco dopo ed è morto, nonostante i tentativi di rianimazione effettuati sul posto.
La testimonianza dell’amico di Noschese: “La ragazza era spaventata, ma non è stata aggredita”
Sulla giovane coinvolta nell’episodio si sono espressi anche alcuni conoscenti della vittima, tra cui l’amico Raffaele Rocco. Intervistato dai giornalisti, Rocco ha spiegato che si trattava di una ragazza argentina, coinquilina di Noschese, senza specificare però un legame sentimentale tra i due. Ha inoltre raccontato che quella mattina molti vicini erano stati allarmati dalle urla della giovane, fuggita spaventata per lo stato di agitazione del dj, pur precisando che, a suo avviso, non ci sarebbe stata un’aggressione vera e propria.






