Nella serata di ieri, venerdì 16 maggio 2025, si sono verificati gravi disordini all’interno del Centro di Permanenza per i Rimpatri (Cpr) di Torino, dove un gruppo di migranti ha dato vita a una protesta incendiando parte della struttura e provocando momenti di grande tensione. L’incidente, avvenuto nella zona conosciuta come “Area bianca”, ha portato al ferimento di quattro agenti delle forze dell’ordine e di un migrante, che è stato trasportato in ospedale per le conseguenze di una caduta durante le operazioni di contenimento.
La causa della protesta nel Cpr di Torino
Secondo quanto riportato da fonti locali, la protesta sarebbe stata scatenata da un presunto pestaggio avvenuto poco prima da parte della polizia. I migranti, in segno di dissenso, hanno deciso di salire sul tetto della struttura, mentre altri hanno appiccato il fuoco a vari materiali all’interno dell’area. Le fiamme hanno rapidamente destato l’attenzione dei vigili del fuoco, che sono intervenuti per domare l’incendio. Sul posto anche un paio di ambulanze.
La reazione degli attivisti
All’esterno del Cpr, un gruppo di attivisti della rete No Cpr ha organizzato un presidio, supportando i migranti e denunciando l’operato delle autorità. Gli attivisti hanno riferito di aver ricevuto notizie sui disordini e hanno immediatamente allertato i soccorsi. Due ambulanze sono arrivate sul posto, ma l’accesso ai mezzi di emergenza è stato inizialmente ostacolato fino a quando non è stata raggiunta una mediazione con i funzionari di pubblica sicurezza.
Le conseguenze e le indagini
Il migrante ferito, secondo le prime ricostruzioni, si è infortunato cadendo dalla tettoia durante l’intervento della polizia. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla gestione e le condizioni all’interno del Cpr, già oggetto di critiche da parte di varie organizzazioni per i diritti umani. Le autorità competenti stanno ora indagando sull’accaduto per chiarire le dinamiche e le responsabilità di quanto avvenuto.
I disordini nel Cpr di Torino sono solo l’ultimo episodio di una serie di tensioni che caratterizzano la gestione dei migranti nei centri di detenzione in Italia. Le strutture come il Cpr sono frequentemente al centro di polemiche, sia per le condizioni di vita all’interno sia per le modalità di intervento delle forze dell’ordine. La situazione attuale evidenzia la necessità di un dialogo più aperto e di una revisione delle politiche migratorie nel paese.