Cuneo, 27 novembre 2025 – Un episodio di violenza si è verificato all’interno della casa circondariale di Cerialdo, nella provincia di Cuneo, dove un detenuto disabile ha denunciato di essere stato vittima di una violenza sessuale da parte del compagno di cella. La denuncia risale ai primi giorni di novembre ed è stata resa nota dopo il colloquio del detenuto con la psicologa del penitenziario.

Le circostanze della violenza nel carcere di Cuneo
La vittima è un uomo italiano di 61 anni, con un precedente penale per truffa e lesioni personali, nonché con una storia di autolesionismo e tentativi di suicidio. Secondo quanto emerso, le violenze sarebbero avvenute all’interno del padiglione denominato “Gesso”, nella sezione dove vige la cosiddetta sorveglianza dinamica. In questa sezione, ai detenuti a bassa e media sicurezza è concesso di circolare liberamente dalle 9 alle 19, sotto la supervisione di un solo agente di polizia penitenziaria che deve coprire tre piani con 17 celle ciascuno. Dopo le 19, invece, è previsto l’obbligo di rientro nelle celle fino al mattino successivo; è in questo frangente che si sarebbe consumata la violenza, nella cella condivisa dai due detenuti.
Il presunto aggressore è un detenuto di origine africana, recluso per reati legati allo spaccio di droga. La sua presenza accanto al compagno disabile era giustificata dal compito di aiutarlo nelle attività quotidiane, dato che quest’ultimo non è autosufficiente. Entrambi i detenuti si trovano tuttora in isolamento all’interno della stessa struttura penitenziaria.
“L’ennesima sconfitta dello Stato”
La procura di Cuneo ha confermato a La Stampa l’apertura di un’indagine sull’episodio, supportata dal referto ospedaliero che attesta le violenze subite dal detenuto disabile.
“La violenza sessuale perpetrata nel carcere di Cuneo rappresenta l’ennesima sconfitta dello Stato di cui una incolpevole inerme e bistrattata polizia penitenziaria è costretta a prendere atto” ha evidenziato il segretario generale del sindacato di Polizia penitenziaria Osapp Leo Beneduci, svelando che di notte “un unico agente deve provvedere alla sorveglianza per 3 piani detentivi con gli esiti che sono purtroppo evidenti. È quindi della massima urgenza che rispetto ad eventi di una gravità inaudita quale quello occorso a Cuneo in luogo delle doglianze e delle accuse di rito, si provveda per correttivi quali l’incremento del personale di vigilanza e l’avvicinamento dei responsabili scarsamente disponibili e attenti”.

