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Detenuta morta per overdose a Rebibbia, polizia penitenziaria indaga sul caso

Il decesso di una detenuta 59enne a Rebibbia riaccende l’allarme su droga e sicurezza nelle carceri italiane, tra indagini in corso e richieste di riforme urgenti

by Marco Viscomi
12 Dicembre 2025
Indagini sulla morte per overdose di una detenuta a Rebibbia

Indagini sulla morte per overdose di una detenuta a Rebibbia | Instagram

Roma, 12 dicembre 2025 – Nella notte è deceduta una detenuta di 59 anni presso la sezione femminile del carcere di Rebibbia. La causa del decesso, ancora da accertare, è al centro delle indagini condotte dalla Polizia Penitenziaria. L’episodio ha determinato il rinvio a data da destinarsi dei “Giochi della Speranza“, una manifestazione sportiva promossa dalla Fondazione Giovanni Paolo II, dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) e dalla rete di magistrati Sport e Legalità, pensata per promuovere lo sport all’interno delle carceri.

Detenuta morta per overdose: la denuncia del Sindacato di Polizia Penitenziaria

Il segretario generale del Sindacato Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, ha reso noto che la donna è deceduta a seguito di un’overdose, mentre un’altra detenuta si trova attualmente ricoverata in ospedale. Questo caso si inserisce in un quadro allarmante, con una recrudescenza del fenomeno dello spaccio e del consumo di sostanze stupefacenti all’interno degli istituti penitenziari italiani.

Di Giacomo ha sottolineato come solo negli ultimi mesi si siano registrati numerosi episodi drammatici: due decessi a San Vittore di Milano, un altro a Rebibbia nel reparto maschile, e casi analoghi in istituti di Sassari, Gorizia, Reggio Emilia e Firenze. Nel corso dell’anno, i sequestri di droga nelle carceri hanno raggiunto i 65 chilogrammi, comprendendo anche sostanze particolarmente pericolose come il “Blu Punisher” e altre pasticche.

Il sindacalista ha descritto una trasformazione del mercato della droga all’interno delle celle, con l’introduzione di farmaci tritati (come Orudis 200, Contramal, Stinox, Lentomil, e persino Tachipirina), cerotti alla morfina e francobolli intrisi di colla stupefacente. Questa evoluzione ha reso più difficile il controllo da parte del personale penitenziario, che risulta insufficiente per affrontare la complessità del fenomeno.

Rebibbia, òa situazione carceraria e le critiche politiche

La direttrice del carcere femminile di Rebibbia, Nadia Fontana, ha comunicato il rinvio dei “Giochi della Speranza” durante un incontro con i partecipanti all’interno del penitenziario, spiegando che non ci sono le condizioni per celebrare una giornata di festa in un momento così delicato. La direttrice ha scelto di non rispondere alle domande dei giornalisti.

La deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase, ha denunciato la drammatica condizione delle carceri italiane, già più volte segnalata. Di Biase ha evidenziato come le recenti misure governative, in particolare il decreto sicurezza, abbiano aggravato la situazione, determinando un aumento della popolazione detenuta con minori a carico o in stato di gravidanza, fattispecie presenti anche a Rebibbia.

L’onorevole Di Biase, attiva sul tema della giustizia e segretaria della II Commissione Giustizia alla Camera, ha ribadito la necessità di interventi più incisivi per rispondere alle criticità del sistema penitenziario, che al momento appare sovraccarico e vulnerabile rispetto alla diffusione delle droghe e alle condizioni di salute dei detenuti.

Il contesto più ampio: spaccio e sicurezza nelle carceri italiane

Il caso di Rebibbia si inserisce in un contesto più ampio di emergenza nelle carceri italiane, dove la presenza di sostanze stupefacenti mette a rischio la sicurezza e la salute dei detenuti e del personale penitenziario. Le modalità di spaccio e consumo sono diventate sempre più sofisticate, sfidando i tradizionali sistemi di controllo.

I sequestri record degli ultimi mesi testimoniano la portata del fenomeno, che ha portato a tragici esiti, come la morte della detenuta nel carcere romano. Il personale di polizia penitenziaria denuncia una carenza strutturale di risorse umane e strumenti adeguati per contrastare efficacemente questa emergenza.

Nel frattempo, Rebibbia e altri istituti penitenziari si trovano a dover gestire situazioni di tensione e vulnerabilità, con iniziative come i “Giochi della Speranza” sospese per rispetto verso le vittime e per riflettere sulle condizioni interne. La vicenda richiama l’attenzione sulle problematiche di un sistema che necessita di riforme e di un impegno più forte da parte delle istituzioni.

Tags: Carcere di Rebibbia

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