Milano, 3 dicembre 2025 – È stata depositata la perizia DNA nell’ambito dell’incidente probatorio disposto dalla giudice per le indagini preliminari di Pavia, Daniela Garlaschelli, nel procedimento relativo all’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia e che si sta concentrando su Andrea Sempio. L’indagine riguarda in particolare la traccia genetica repertata sulle unghie della vittima, Chiara Poggi, 26enne trovata senza vita nella villetta di famiglia.
Deposito della Perizia e contesto investigativo
La relazione, frutto di un lavoro iniziato lo scorso giugno con la presenza dei consulenti di tutte le parti processuali, contiene gli esiti delle analisi genetiche sul materiale biologico raccolto sotto le unghie di Chiara Poggi. Questo reperto, ritenuto cruciale, era stato oggetto di controversie sin dal processo ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni di carcere come unico responsabile del delitto.
La novità più rilevante emersa dalla perizia riguarda la piena concordanza dell’aplotipo Y estratto dalle unghie di Chiara con il profilo genetico di Andrea Sempio, indagato attualmente nell’inchiesta. Questo risultato deriva da un confronto con una vasta banca dati di oltre 39.150 aplotipi europei, rafforzando così la rilevanza delle tracce genetiche ritrovate sulle mani della vittima. Si tratta di un elemento che contrasta con la precedente perizia del professor Francesco De Stefano, secondo cui il Dna maschile presente era degradato e potenzialmente contaminato, rendendo incerta ogni identificazione.
L’esito sarà illustrato in aula il prossimo 18 dicembre, dove si prevede un serrato confronto tra i consulenti delle parti. Intanto, la Procura di Pavia, rappresentata dai pm Carlo Previderè e Pierangela Grignani, e le difese si preparano a discutere il valore scientifico delle tracce genetiche, considerate incomplete e miste da alcuni esperti.
Implicazioni per le indagini su Andrea Sempio e prospettive future
Il deposito della perizia rappresenta un passaggio cruciale nell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, soprattutto perché il dato scientifico è stato acquisito nell’ambito di un incidente probatorio, assumendo così valore di prova nel procedimento giudiziario. Sullo sfondo, permane l’indagine sulle modalità con cui il Dna di Sempio è finito sotto le unghie della vittima, un aspetto che apre una nuova fase investigativa.
Parallelamente, altre analisi condotte recentemente, come la Bloodstain Pattern Analysis (BPA) sulle macchie di sangue rinvenute nella villetta, non hanno invece fornito elementi nuovi o indicazioni di un secondo autore del delitto, confermando il quadro accusatorio nei confronti di Stasi.
Le dichiarazioni della famiglia Poggi, così come quelle della difesa di Sempio, continuano a contestare l’interpretazione dei dati genetici, sostenendo la possibilità di contaminazione e richiedendo un approfondimento sulle dinamiche che hanno portato alla presenza del Dna. Tuttavia, per la Procura, l’assenza di tracce genetiche dei familiari di Chiara sulle sue mani avrebbe una sola spiegazione plausibile: la vittima si sarebbe lavata accuratamente poco prima di essere aggredita, rendendo ancora più significativa la presenza del Dna di Sempio.
L’iter giudiziario proseguirà nei prossimi mesi con la discussione in aula degli esiti della perizia, mentre gli inquirenti puntano a formulare una richiesta di rinvio a giudizio nei confronti di Andrea Sempio entro la primavera del 2026. Solo successivamente potrebbe essere valutata la revisione della condanna definitiva di Alberto Stasi, attualmente detenuto.
Nel frattempo, emergono dettagli anche sul piano investigativo tradizionale: dalle telefonate effettuate da Sempio alla casa Poggi nei giorni precedenti il delitto, agli scontri di orari e luoghi che gli inquirenti stanno verificando con attenzione. L’inchiesta, ormai a quasi vent’anni dal fatto, resta sotto la lente della comunità giudiziaria e dell’opinione pubblica, alla ricerca di una piena verità su uno dei casi più complessi della cronaca nera italiana.






