Si apre oggi a Caltanissetta il processo a carico di Milo Infante, noto giornalista televisivo impegnato da anni nel seguire il caso della scomparsa di Denise Pipitone, accusato di diffamazione nei confronti dei magistrati della Procura di Marsala. Il procedimento giudiziario rappresenta un nuovo capitolo in una vicenda che da oltre due decenni tiene l’Italia con il fiato sospeso.
Il processo a Milo Infante nel caso Denise Pipitone: accuse e difesa
Milo Infante, conduttore di “Ore 14” su Rai 2, è chiamato a rispondere dell’accusa di aver diffamato i magistrati coinvolti nelle indagini sul rapimento della piccola Denise, scomparsa nel 2004 a Mazara del Vallo. Il giornalista, che ha sempre rivendicato la propria missione di giustizia e trasparenza, si è difeso sostenendo di aver criticato esclusivamente la gestione delle indagini e non la figura dei pubblici ministeri. “Se criticare indagini chiuse frettolosamente equivale a diffamazione, allora mi assumo la responsabilità” ha dichiarato Infante, che ha ribadito la propria serenità e determinazione a difendere la libertà di stampa.
L’imputazione coatta è stata disposta nonostante due richieste di archiviazione avanzate dal pubblico ministero, respinte dal giudice. A processo, con Infante, anche il collega Angelo Maria Perrino, direttore di Affari Italiani. Durante la trasmissione “Ore 14” del 17 dicembre, registrata per via dell’udienza, Infante ha riferito dettagli sull’inchiesta relativa alla scomparsa di intercettazioni importanti per il caso, denunciate in passato dalla pm Angioni, che aveva aperto un fascicolo proprio sulla sparizione di tali elementi.
Il dolore e la speranza di Piera Maggio
In collegamento telefonico a “Ore 14” è intervenuta Piera Maggio, madre di Denise, che ha espresso il peso emotivo di dover trascorrere un altro Natale senza sua figlia e senza verità né giustizia dopo 21 anni di attesa. “È un calvario che non si placa – ha detto – il dolore è sempre lo stesso, ma abbiamo affrontato tutto con logica e consapevolezza. Continuiamo a sperare nella giustizia, anche se con meno fiducia rispetto a prima”.
Al centro del racconto anche la nuova age progression – elaborazione fotografica che tenta di ricostruire l’aspetto attuale di Denise – che ha suscitato l’interesse di Piera Maggio. La madre ha puntualizzato come alcuni segni visibili al momento della scomparsa, come un graffio sul volto, oggi non siano più presenti perché cicatrizzati, e ha sottolineato l’accuratezza delle analisi basate sui tratti somatici dei genitori biologici.
Il caso Pipitone: una vicenda ancora aperta
La scomparsa di Denise, allora quasi quattro anni, avvenuta il 1° settembre 2004 a Mazara del Vallo, resta uno dei misteri più intricati della cronaca italiana. Nonostante numerosi avvistamenti, indagini e processi, tra cui quello che ha visto assolti per insufficienza di prove gli imputati principali, la verità sul destino della bambina non è stata ancora accertata. L’inchiesta ha più volte evidenziato anomalie e possibili depistaggi, anche all’interno della Procura di Marsala, elemento che ha alimentato la critica di Infante e alimentato la speranza di Piera Maggio di ottenere finalmente giustizia per Denise.
Il processo a Milo Infante si configura quindi come un ulteriore nodo in una vicenda giudiziaria e mediatica complessa, che continua a mobilitare l’opinione pubblica e a tenere viva la memoria di Denise Pipitone.
