Bologna, 17 settembre 2025 – È arrivato il verdetto per il delitto Matteuzzi: definitiva la condanna all’ergastolo per Giovanni Padovani, l’uomo che il 23 agosto 2022 ha ucciso brutalmente a Bologna la ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, 56 anni, con calci, pugni e colpi di martello. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa, confermando la sentenza di condanna emessa in primo grado e in appello, che ha riconosciuto tutte le aggravanti contestate, tra cui stalking, premeditazione e motivi abietti.
Delitto Matteuzzi: sentenza definitiva conferma ergastolo
Una violenza estrema e premeditazione hanno caratterizzato l’omicidio di Alessandra Matteuzzi, avvenuto sotto casa della donna in via dell’Arcoveggio. Padovani si era presentato con un martello nascosto nello zaino, utilizzato per colpire la vittima assieme a una panchina e con numerosi calci e pugni, fino a causarne la morte dopo venti minuti di agonia. La Corte d’Assise di Bologna e successivamente quella d’Appello hanno escluso qualsiasi infermità mentale, ritenendo Padovani pienamente capace di intendere e di volere al momento del delitto.
Gli avvocati della famiglia Matteuzzi, Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini, hanno commentato con soddisfazione la decisione della Cassazione: “Giustizia è stata fatta per Alessandra. Giovanni Padovani è un assassino e persecutore che ha cercato di controllarla fino all’estremo gesto“. La famiglia ha espresso un sentimento di sollievo, ricordando Alessandra come una donna libera e sorridente, ora finalmente tutelata dalla giustizia.
Il contesto del femminicidio e la lotta contro la violenza di genere
Il caso del delitto Matteuzzi ha acceso i riflettori sulle dinamiche di violenza domestica e stalking, fenomeni purtroppo ancora diffusi. Alessandra aveva denunciato Padovani per stalking settimane prima dell’omicidio, segnalando comportamenti ossessivi e persecutori, come il controllo costante tramite social e videochiamate imposte dall’ex compagno. Nonostante ciò, i provvedimenti cautelari presi non sono risultati efficaci
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, presente in aula anche durante il processo di primo grado, ha sottolineato che “questa sentenza rende giustizia non solo alla famiglia Matteuzzi ma a tutte le donne della città, impegnandoci a essere sempre al loro fianco nella lotta contro la violenza di genere“. Le istituzioni e le associazioni locali continuano a promuovere campagne di sensibilizzazione per prevenire e contrastare tali tragedie.
Padovani, che durante il processo ha dichiarato di avere un’ossessione per Alessandra e ha espresso un tardivo pentimento, ora dovrà scontare l’ergastolo nella casa circondariale della Dozza. La sua difesa ha già annunciato un ricorso in Cassazione, sostenendo la tesi di un disturbo psichico non adeguatamente riconosciuto; tuttavia, finora tutte le perizie hanno confermato la piena capacità di intendere e volere dell’imputato al momento del fatto.






