Milano, 12 luglio 2025 – Prosegue l’approfondimento sulle indagini relative al delitto di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, in provincia di Pavia. A distanza di quasi diciotto anni, emergono nuovi dettagli dall’analisi del tampone orale della vittima, che sarà sottoposto a una replica dell’esame per confermare le prime rilevazioni.
Nuove analisi sul tampone orale di Chiara Poggi
Secondo quanto reso noto da fonti giudiziarie, l’esame del materiale genetico prelevato nel 2007 ha evidenziato la presenza di due profili di DNA maschile che non appartengono né ad Alberto Stasi, condannato a 16 anni per l’omicidio della ragazza, né ad Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia.
La genetista incaricata, Denise Albani, ha trasmesso alle parti i primi dati relativi a cinque campionature prelevate dalla garza usata in sede di autopsia dal medico legale Dario Ballardini. Di queste, tre non hanno fornito risultati utili, mentre due hanno restituito un profilo genetico maschile compatibile per il 70-80% con quello di un assistente in sala autoptica durante l’autopsia. L’altro profilo, identificato nell’area del palato e della lingua, mostra una minima quantità di DNA maschile, ma la sua origine rimane sconosciuta.
L’esame sarà replicato, probabilmente già a partire da lunedì, per consolidare i risultati e attribuire loro una valenza scientifica certa. Solo al termine di questa fase sarà possibile procedere con ulteriori approfondimenti e confronti con tutti coloro che hanno avuto contatti con la scena del crimine e il corpo di Chiara.
Implicazioni investigative e posizioni delle parti
I risultati preliminari hanno rilanciato il dibattito sull’eventuale presenza di un DNA maschile ignoto nella bocca della vittima, elemento che potrebbe indicare la presenza di altre persone sulla scena del delitto. Tuttavia, alcune delle tracce riscontrate potrebbero essere frutto di contaminazioni dovute alla manipolazione dei reperti, in particolare da parte dell’assistente del medico legale.
Il legale dei genitori di Chiara, Gian Luigi Tizzoni, ha dichiarato che «non ci sono DNA di soggetti sconosciuti sulla scena del crimine e ovviamente tanto meno sul corpo di Chiara», sottolineando come tali ipotesi siano prive di fondamento e non supportate da riscontri oggettivi alternativi alla verità processuale che ha individuato in Stasi il responsabile dell’omicidio.
Parallelamente, la famiglia Cappa ha espresso «profondo sdegno» e «viva indignazione» per il proliferare di dichiarazioni infondate e diffamatorie, annunciando azioni legali contro chi diffonde notizie non verificate, auspicando un trattamento mediatico rispettoso e fondato sulla verità.
Le nuove analisi genetiche si inseriscono nel quadro più ampio del maxi accertamento atteso, che prevede l’esame dei profili genetici rinvenuti sui margini ungueali di Chiara Poggi, considerati cruciali dai pubblici ministeri. I periti incaricati, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigian, hanno già richiesto tutto il materiale e i dati grezzi relativi alle precedenti analisi, per avviare un confronto scientifico dettagliato.
Le indagini sono coordinate dal procuratore di Pavia, Fabio Napoleone, con la collaborazione del nucleo investigativo dei carabinieri di Milano. L’obiettivo è chiarire se il DNA maschile ignoto appartenga a un possibile complice o se si tratti di una contaminazione accidentale, come ipotizzato da alcuni esperti.






