Garlasco, 28 giugno 2025 – La nuova fase dell’inchiesta sul delitto di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa a Garlasco, continua a tenere alta l’attenzione mediatica e giudiziaria. Andrea Sempio, indagato in concorso per l’omicidio della giovane, è tutelato da una difesa che si mantiene vigile e prudente anche dopo i primi risultati dell’incidente probatorio. Il suo avvocato storico, Massimo Lovati, con una carriera di mezzo secolo alle spalle, ha rilasciato dichiarazioni che delineano uno scenario complesso e ancora incerto.
Delitto di Garlasco, i primi esiti dell’incidente probatorio e la strategia difensiva
“I risultati ottenuti dall’incidente probatorio sui rifiuti di casa Poggi ci confortano: sono state trovate tracce di DNA riconducibili solo a Chiara e a Stasi, senza alcun elemento che coinvolga Sempio”, spiega Massimo Lovati. L’avvocato sottolinea però che “non è ancora il momento di cantare vittoria: l’indagine è insidiosa e il rischio che emergano nuovi elementi è sempre presente”. In particolare, l’incubo che gravava sull’analisi dei vasetti del Fruttolo sembra essersi dissolto, dato che le analisi hanno evidenziato la presenza esclusiva di DNA di Chiara e nessuna impronta riconducibile all’indagato.
La Procura ha però richiesto un’estensione delle analisi alle impronte latenti, una richiesta che la difesa contesta fermamente. “Come ci siamo opposti all’apertura degli scatoloni con i rifiuti – continua Lovati – ci opponiamo anche a questa estensione dell’incidente probatorio, che inizialmente riguardava solo la ricerca del DNA”. La decisione finale spetterà al Gip.
L’avvocato Lovati evidenzia inoltre una peculiarità del capo d’accusa: “In cinquant’anni di carriera non avevo mai visto un capo di imputazione scritto con le parentesi, come se il concorso potesse essere con Stasi o con altri. Questo modo di formulare l’accusa rende difficile esercitare una difesa efficace, perché non si sa da dove possa arrivare il ‘colpo’”.
Le questioni aperte: DNA, impronte e nuovi testimoni
Uno degli snodi cruciali delle indagini sul delitto di Garlasco sarà la verifica del DNA trovato sotto le unghie di Chiara, che l’accusa attribuisce a Sempio. Lovati si mostra sereno: “C’è una perizia del professor De Stefano che afferma come quei reperti biologici non siano comparabili né con Stasi né con altri. Ora la Procura sostiene che grazie a nuove tecnologie sarà possibile leggere meglio quei campioni nel 2025, ma io resto scettico e contesterò con forza queste affermazioni”.
Riguardo all’impronta numero 33, quella rinvenuta sul muro vicino alla scala dove è stato trovato il corpo di Chiara e che la Procura attribuisce a Sempio, il legale commenta: “Anche quella traccia non mi preoccupa. Anche se fosse di Sempio, non è contestualizzata rispetto al delitto”.
La difesa teme però un’altra possibile insidia: la comparsa di un testimone che possa accusare direttamente Sempio. “Di questa voce sono a conoscenza solo per sentito dire. Più che le analisi sul sangue e sul DNA, temo proprio che questo fronte possa riservare sorprese spiacevoli”, dice Lovati, ricordando la sua lunga esperienza in cui “inchieste apparentemente destinate a concludersi si sono improvvisamente ravvivate grazie a testimonianze inattese”.
Massimo Lovati: una voce fuori dal coro nel giallo di Garlasco
Massimo Lovati, nato nel 1952 a Vigevano e iscritto all’Ordine degli Avvocati di Pavia dal 1982, è una figura nota per la sua difesa tenace e per le posizioni controcorrente nel caso di Garlasco. È il legale storico di Andrea Sempio e, in passato, ha anche avanzato accuse pesanti contro gli avvocati di Alberto Stasi, sostenendo che avessero manipolato il DNA del suo assistito per orientare le indagini.
Lovati è stato anche l’unico a proporre pubblicamente l’ipotesi che la morte di Chiara Poggi a Garlasco possa essere stata opera di un sicario esterno, una tesi che ha suscitato molte critiche, in particolare dalla famiglia Poggi e dai consulenti genetici storici del caso.
Parallelamente a Lovati, l’avvocata Angela Taccia, compagna di studi e collaboratrice di lunga data, affianca Sempio con un approccio più comunicativo, spesso presente nei media e sui social. Questa doppia strategia difensiva mira a sostenere il loro assistito sia in aula che nell’opinione pubblica.
Le nuove tecnologie e la ricostruzione della scena del crimine
Parallelamente alle battaglie legali, la scena del delitto continua a essere oggetto di approfondite riletture scientifiche. Recentemente, a Garlasco, sono state impiegate tecnologie all’avanguardia come laser, scanner 3D e droni per ricostruire meticolosamente la villetta di via Pascoli, dove Chiara Poggi è stata uccisa nel 2007.
Questa nuova mappatura tridimensionale permetterà di documentare ogni dettaglio, dalle macchie di sangue alle impronte digitali, integrandoli in un modello digitale accurato che sarà fondamentale per ricostruire la dinamica dell’omicidio con la massima precisione. Tra gli elementi più discussi rimane la cosiddetta “papillare 33”, l’impronta attribuita a Sempio, che potrebbe fornire nuovi spunti sulla sua posizione e sulle circostanze del delitto di Garlasco.
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