Pavia, 15 giugno 2025 – A diciotto anni dal delitto di Garlasco, nuovo sviluppo nelle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi: nel corso di recenti rilievi tecnici, è stata scoperta un’impronta finora mai repertata nella villetta di via Pascoli, luogo del delitto. La traccia, individuata sul primo gradino della scala interna, presenta caratteristiche che fanno ipotizzare si tratti dell’impronta di una scarpa, lasciata mentre il sangue era ancora fresco. Questo elemento potrebbe aprire nuove prospettive sulle dinamiche dell’aggressione e sul numero di persone coinvolte.
Nuova impronta e tecnologie avanzate nelle indagini
La scoperta dell’impronta è avvenuta grazie a una mappatura ad alta precisione dell’abitazione della famiglia Poggi, eseguita dai carabinieri del Nucleo investigativo di Milano sotto il coordinamento del colonnello Antonio Coppola. Le operazioni, supportate dai RIS di Cagliari e dal RACIS di Roma, si sono avvalse di strumenti all’avanguardia come scanner laser 3D, droni e intelligenza artificiale per eseguire una nuova Bloodstain Pattern Analysis (BPA), ovvero l’analisi delle macchie di sangue. Questa metodologia ha consentito di rilevare dettagli non evidenziati nelle investigazioni originali del 2007, condotte dai RIS di Parma.
La nuova traccia si presenta come un disegno geometrico ben definito, composto da tre linee parallele e regolari, equidistanti tra loro. La professoressa Luisa Regimenti, medico legale dell’Università di Tor Vergata, ha precisato che non si tratterebbe di una colatura o trascinamento di sangue, bensì di “un’immagine figurata lasciata da un agente esterno”, ipotizzando che possa trattarsi proprio di un’impronta di scarpa impressa sul sangue ancora fresco.
La posizione della traccia, sul primo gradino della scala interna dove fu rinvenuto il corpo di Chiara, è strategica perché consente di ricostruire in modo più dettagliato la dinamica della caduta e dell’aggressione, dato che il corpo fu gettato in direzione della cantina.
Riapertura delle indagini e nuove ipotesi investigative
La Procura di Pavia ha riaperto un filone investigativo che ipotizza la presenza di più autori nel delitto. Nell’ambito di questa nuova fase è indagato per concorso in omicidio Andrea Sempio, amico intimo di Marco Poggi, fratello di Chiara, e frequentatore assiduo della villetta di via Pascoli. La riapertura del caso segue anni di controversie legali, con l’unico condannato finora, Alberto Stasi, che nel 2015 ha visto confermata la propria colpevolezza in via definitiva dalla Corte di Cassazione dopo un lungo iter giudiziario.
Le nuove indagini si concentrano anche sull’analisi dei rapporti sociali e delle frequentazioni legate alla famiglia Poggi. In particolare, è emerso un quadro complesso riguardante il giro di amici di Marco Poggi, composto da giovani quasi coetanei, fra i quali spiccano Andrea Sempio, Roberto Freddi, Mattia Capra e Alessandro Biasibetti. Questi contatti, spesso citati nelle carte giudiziarie come un unico gruppo, potrebbero essere meno omogenei di quanto ritenuto finora. La Procura sta approfondendo i rapporti e i movimenti di queste persone nei giorni precedenti e successivi al delitto.
Il fratello di Chiara, Marco Poggi, è stato sentito recentemente in audizione e ha fornito nuovi dettagli sul rapporto con il gruppo di amici, sulle frequentazioni della villetta e sulle telefonate effettuate da Andrea Sempio nei giorni immediatamente precedenti al delitto. Queste telefonate, effettuate mentre Marco si trovava in vacanza in Trentino, rappresentano un punto di particolare interesse investigativo.
Tecnologie innovative e analisi dei dati per un nuovo approccio
L’uso di tecnologie come scanner 3D e intelligenza artificiale ha permesso di sviluppare una nuova analisi della distribuzione delle macchie di sangue che potrebbe fornire un quadro più preciso della dinamica dell’aggressione e delle modalità con cui fu commesso il delitto. Questi strumenti hanno messo in luce particolari che erano sfuggiti alle prime indagini, condotte con strumenti meno evoluti e, in alcuni casi, con errori procedurali che hanno influito sull’esito delle indagini.
In particolare, la nuova impronta evidenziata sul gradino potrebbe essere riconducibile a una calzatura diversa da quella di Alberto Stasi, la cui scarpa a pallini, sequestrata nel 2007, fu uno degli elementi chiave nelle fasi processuali. Questo potrebbe avvalorare la pista che vede la presenza di più persone sul luogo del delitto.
Le indagini sono inoltre al vaglio di approfondimenti su altri aspetti controversi del caso, come le ricerche web effettuate da Chiara Poggi nei giorni antecedenti la morte, che riguardavano un luogo noto della zona, il Santuario della Bozzola, oggetto di sospetti e scandali. Questi elementi, pur non trovando ancora riscontri diretti nelle indagini ufficiali, potrebbero aprire scenari ulteriori.
Intanto, la Procura di Pavia prosegue con un approccio scientifico e multidisciplinare, convinta che solo un’analisi integrata e aggiornata possa far luce su uno dei casi più controversi e discussi della cronaca giudiziaria italiana recente.






