È tornata a parlare Daniela, la madre di Andrea Sempio, da qualche mese nuovamente indagato nell’ambito delle nuove indagini sul delitto di Garlasco, che nel 2007 vide vittima Chiara Poggi. In un’intervista a Morning News su Canale 5, Daniela ha espresso con fermezza la propria convinzione sull’innocenza del figlio.
La difesa di Daniela Sempio: “Non cerchiamo alibi, ma la verità”
“Io e mio marito non stiamo cercando di fare alibi per mio figlio, abbiamo sempre detto la verità”, ha esordito Daniela. La donna ha ribadito la sua assoluta certezza che il figlio stia dicendo la verità riguardo ai fatti che gli vengono contestati. Un punto centrale della discussione è stato lo scontrino del parcheggio di Vigevano, ritenuto da alcuni un possibile alibi sospetto. Daniela ha spiegato di non aver mai frequentato Vigevano né di aver usato quello scontrino, aggiungendo che a trovarlo fu il marito, mentre lei decise di conservarlo per precauzione, ispirata dalla sua esperienza come vigilatrice penitenziaria negli anni ’80.
“Ho deciso di tenerlo perché, come mi avevano insegnato le detenute comuni, bisogna sempre proteggersi da eventuali falsità”, ha detto Daniela, sottolineando che lo scontrino fu custodito in un cassetto.
L’impronta 33 e le contestazioni sulla scena del crimine
Un altro nodo cruciale riguarda l’impronta 33 trovata sulla parete della villetta dei Poggi, oggetto di un acceso confronto tecnico. La difesa di Andrea Sempio sostiene che il ragazzo non possa aver lasciato impronte di sangue sul luogo del delitto perché, a loro dire, non si trovava in casa Poggi al momento dell’omicidio. “Mio figlio non è andato in casa Poggi per uccidere Chiara”, ha ribadito Daniela, pur ammettendo che una traccia di sudore potrebbe esserci, dato che Sempio aveva frequentato quella abitazione.
D’altra parte, periti incaricati dalla difesa di Alberto Stasi – ex fidanzato della vittima e unico condannato per l’omicidio – hanno evidenziato che l’impronta 33 è stata lasciata da una mano imbrattata di sangue e sudore, risultato di un contatto intenso e prolungato con la parete. Secondo questi esperti, la traccia non è compatibile con un movimento casuale o superficiale, ma deriva da una pressione esercitata in modo deciso, probabilmente sporgendosi dalla soglia della scala che conduce alla cantina.
La procura di Pavia sta completando ulteriori accertamenti, incluse analisi approfondite tramite bloodstain pattern analysis (BPA), per chiarire la dinamica della scena del crimine e verificare la presenza di più persone sul luogo al momento dell’omicidio.
Le indagini sul delitto di Garlasco, uno dei casi più discussi e controversi della cronaca giudiziaria italiana, continuano dunque a muovere passi incerti tra nuove perizie, testimonianze e contestazioni tecniche, mentre la famiglia Sempio ribadisce con forza la propria posizione di totale estraneità rispetto all’omicidio di Chiara Poggi.
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