MILANO, 21 maggio – La Procura di Pavia ha depositato la consulenza tecnica dattiloscopica, redatta da Gianpaolo Iuliano e Nicola Caprioli, per accelerare le indagini riguardanti l’impronta 33
È emerso un importante sviluppo nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi: l’impronta palmare numero 33, rinvenuta sulla scena del delitto, corrisponde ad Andrea Sempio, attualmente sotto indagine. Le indagini condotte dalla Procura di Pavia hanno rivelato 15 punti di contatto tra le impronte di Sempio e quella rinvenuta, aumentando significativamente il peso delle prove contro di lui.
Conferma dell’impronta
La consulenza tecnica dattiloscopica collegiale, redatta da esperti del Ris, ha confermato che l’impronta numero 33, inizialmente considerata di scarsa utilità, corrisponde a quella di Sempio. Questa impronta si trovava sul muro delle scale che conducono alla cantina della casa di Chiara Poggi, dove l’assassino avrebbe abbandonato il corpo della giovane dopo il delitto avvenuto nel 2007. Le operazioni di repertamento effettuate dai Carabinieri del Ris hanno rivelato che l’impronta era stata trattata con una soluzione di ninidrina, evidenziando così tracce latenti.
Nuove tecniche di analisi
Inizialmente, l’impronta era stata giudicata “non utile” per gli accertamenti dattiloscopici, ma le nuove tecniche di analisi hanno permesso di rivalutare questa evidenza. Oltre all’impronta, i magistrati stanno esaminando ulteriori prove, tra cui campioni di DNA compatibili con Sempio rinvenuti sotto le unghie di Chiara Poggi. Inoltre, sono state registrate tre telefonate effettuate dal sospettato nei giorni precedenti l’omicidio, sollevando sospetti circa la sua presenza nella zona in un momento critico.