Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma, ha rinunciato all’incarico di consulente tecnico di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco nel 2007. La decisione, comunicata attraverso una nota ufficiale, arriva dopo una serie di divergenze con la difesa di Sempio riguardo alle strategie tecniche e scientifiche da adottare nell’incidente probatorio in corso.
Garlasco: Garofano spiega le ragioni della rinuncia alla consulenza di Sempio
Garofano ha sottolineato di essere stato nominato consulente di Sempio fin dal 2017, ai tempi della prima indagine poi archiviata. Tuttavia, ha deciso di fare un passo indietro perché, a suo avviso, sono venuti meno i presupposti per il mantenimento del proprio incarico. “Questa è l’unica ragione alla base della mia rinuncia”, ha precisato, ribadendo il suo convincimento che Sempio, sulla base delle evidenze scientifiche raccolte, meriterebbe di essere scagionato dall’ipotesi di reato di cui è accusato.
Nel comunicato, Garofano ha inoltre respinto con fermezza le accuse che negli ultimi giorni lo hanno visto oggetto di attacchi mediatici, legati a una somma di denaro ricevuta da Sempio nel 2017. Si tratta, ha chiarito, di un pagamento per prestazioni professionali rese su incarico dei difensori dell’epoca, nello specifico una consulenza genetico-forense a favore della famiglia di Sempio, con una relazione tecnica consegnata e fatturata regolarmente.
Nuovi sviluppi nel caso di Garlasco
Il caso di Garlasco, intanto, è tornato al centro delle cronache giudiziarie con l’emergere di nuovi elementi d’indagine. Nelle ultime ore sono stati diffusi gli audio delle telefonate tra Andrea Sempio, oggi nuovamente indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, e l’ex maresciallo dei Carabinieri Giuseppe Spoto, all’epoca in servizio presso la polizia giudiziaria della Procura di Pavia. I contatti risalgono al 2017 e sollevano nuovi interrogativi sulle indagini condotte in quegli anni.
Parallelamente, la Procura di Brescia sta indagando l’ex pm Mario Venditti per presunta corruzione, mentre restano sotto osservazione anche i rapporti con l’ex luogotenente Silvio Sapone. Entrambi i militari sono stati perquisiti, pur non risultando indagati.
Intanto si attendono a dicembre i risultati degli accertamenti sul DNA rinvenuto sotto le unghie della vittima, considerati un passaggio cruciale per il futuro dell’inchiesta.






