Milano, 22 ottobre 2025 – La giudice per le indagini preliminari Marta Pollicino ha ufficialmente ratificato i patteggiamenti proposti da Davide Lacerenza e Stefania Nobile, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla pm Francesca Crupi e condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza. I due, arrestati il 4 marzo scorso, erano al centro di un’indagine riguardante la Gintoneria e il privé La Malmaison, accusati di un presunto giro di prostituzione e spaccio di droga.
Patteggiamenti e pene confermate dalla gip di Milano
Davide Lacerenza ha patteggiato una pena di 4 anni e 8 mesi, mentre Stefania Nobile, figlia di Wanna Marchi, ha ottenuto un patteggiamento a 3 anni. Entrambi sono difesi dall’avvocato Liborio Cataliotti. La differenza nella pena è riconducibile alla posizione di Nobile, che non risponde di reati legati alla droga, a differenza di Lacerenza. Dopo la ratifica del patteggiamento, Lacerenza potrà richiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali, anche per seguire un percorso di disintossicazione in comunità. Nobile, invece, ha già ottenuto l’accesso ai lavori di pubblica utilità.
Il risarcimento e l’asta dello champagne sequestrato
Un elemento di rilievo del patteggiamento riguarda il risarcimento economico. La giudice ha disposto la confisca di beni per un valore complessivo di oltre 900mila euro, corrispondenti principalmente a decine di bottiglie di champagne e altri alcolici pregiati sequestrati durante le indagini. Questi prodotti saranno messi all’asta per risarcire i danni causati. Oltre agli alcolici, sono stati confiscati anche arredi dei locali coinvolti nell’inchiesta e alcune decine di migliaia di euro rinvenuti sui conti bancari degli indagati.
Il legale ha inoltre riferito che la Procura è stata delegata alla vendita dei beni sequestrati il cui valore sarà definito attraverso una base d’asta. Nel caso in cui il ricavato superasse i 900mila euro stimati, la differenza sarà restituita a Lacerenza, con l’obiettivo di permettergli di ricostruirsi una vita dignitosa e saldare i debiti accumulati durante il periodo in questione. “Non ci sono vinti e vincitori, si è raggiunto un punto di equilibrio”, ha concluso il difensore.
In seguito all’udienza del 10 settembre scorso, la gip Pollicino ha confermato l’accordo di patteggiamento che ha visto l’approvazione della Procura di Milano. Lacerenza, che era agli arresti domiciliari, ha visto recentemente revocata tale misura, mentre Nobile ha continuato a rispettare l’obbligo di dimora. L’inchiesta ha messo in luce un sistema complesso di sfruttamento della prostituzione e spaccio, con un “core business” basato sulla combinazione di alcolici, escort e stupefacenti per attirare e intrattenere la clientela.
Revoca dei domiciliari e misure alternative
Nei mesi scorsi, sia a Nobile che a Lacerenza erano stati revocati i domiciliari. Con l’odierno patteggiamento, Lacerenza, che ha già scontato circa 8 mesi di custodia cautelare, potrà richiedere l’affidamento in prova ai servizi sociali. Stefania Nobile, che ha già beneficiato della revoca degli arresti domiciliari e attualmente è sottoposta all’obbligo di dimora, potrà usufruire dei lavori di pubblica utilità.
Nel corso delle indagini, Nobile si era dimostrata collaborativa, presentandosi spontaneamente a interrogatorio e occupandosi degli aspetti amministrativi e contabili dei locali coinvolti. Secondo il Tribunale del Riesame, il “core business” dell’attività illecita era la fornitura di ragazze e stupefacenti, integrati in pacchetti che includevano anche champagne e servizi escort, allo scopo di garantire il consumo di alcol e ottenere un personale tornaconto.
Tra le testimonianze raccolte figura quella di un cliente abituale che avrebbe speso quasi un milione di euro in tre anni per usufruire di tali servizi. La vendita all’asta delle bottiglie sequestrate rappresenta ora un elemento chiave per il risarcimento previsto nell’accordo giudiziario.
La sentenza e le conseguenze per Davide Lacerenza
Secondo quanto dichiarato dall’avvocato Liborio Cataliotti, difensore di Lacerenza e Nobile, la sentenza ha completamente azzerato le proprietà di Lacerenza. Il patrimonio frutto sia di attività lecite che illecite, è stato sequestrato e resterà nelle mani dello Stato. “Il signor Lacerenza riparte da zero”, ha affermato il legale, sottolineando che la pena di 4 anni e 8 mesi inflitta a Lacerenza potrebbe permettergli di intraprendere un percorso di risocializzazione attraverso misure alternative alla detenzione, tra cui il recupero presso il Sert per abuso di sostanze e l’attività lavorativa. La concessione di una seconda chance dipenderà dal rispetto delle regole e dalla decisione del Tribunale di Sorveglianza.
Stefania Nobile: lavori di pubblica utilità e sconti di pena
Per quanto riguarda Stefania Nobile, condannata a 3 anni di reclusione, l’avvocato Cataliotti ha spiegato che inizierà tra quindici giorni i lavori di pubblica utilità come forma di espiazione della pena. Entrambi, Nobile e Lacerenza, potranno beneficiare di ulteriori sconti di pena, incluso il rilascio anticipato, qualora si comportino in modo conforme alle prescrizioni legali.




