Pescara, 1 agosto 2025 – Dopo quasi cinque anni di detenzione in Papua Nuova Guinea, Carlo D’Attanasio, velista pescarese, è stato assolto con formula piena dalla Corte d’Appello locale, che ha disposto la sua immediata liberazione. Attualmente ricoverato in un ospedale pubblico di Port Moresby, D’Attanasio sta lottando contro una patologia oncologica al quarto stadio, che ha aggravato le sue condizioni di salute durante la detenzione.
La liberazione dopo cinque anni di carcere
Il caso di D’Attanasio, iniziato nel 2020 quando era impegnato in un giro del mondo in barca a vela, ha attirato l’attenzione internazionale. Nel marzo di quell’anno un piccolo aereo si schiantò in Papua Nuova Guinea con a bordo oltre 600 chilogrammi di cocaina, e lui fu accusato di essere un corriere della droga. Arrestato il 3 agosto 2020, in primo grado fu condannato a 19 anni di reclusione per riciclaggio internazionale, accusa sempre contestata dai suoi legali, che hanno denunciato un processo basato su indizi e affetto da irregolarità. Ieri la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, dichiarandolo innocente.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha confermato la notizia, sottolineando il costante impegno della Farnesina e dell’ambasciata italiana a Canberra nel seguire la vicenda e nel garantire l’assistenza consolare necessaria. D’Attanasio ha espresso gratitudine per la fiducia ricevuta e ha chiesto l’aiuto del governo per organizzare un rientro in Italia adeguato alle sue condizioni di salute, evidenziando che per lui tornare con un aereo di linea è complicato e necessita di supporto medico.
Le condizioni di salute e il rientro in Italia
Il legale di D’Attanasio, l’avvocato Mario Antinucci, ha ribadito l’urgenza di un rientro assistito, spiegando che lo skipper necessita di un infermiere e di un supporto sanitario durante il viaggio, che prevede un volo di circa 18 ore con scalo a Singapore. La famiglia, in particolare la compagna Juanita Costantini e il figlio di 7 anni, attendono con ansia il ritorno di Carlo.
D’Attanasio resta al momento ricoverato a Port Moresby, in attesa di un trasferimento che gli consenta di ricevere cure adeguate in Italia. La sua liberazione rappresenta una svolta dopo un lungo periodo di sofferenza e di battaglie legali.
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