Napoli, 1 dicembre 2025 – In occasione di un evento promosso dal Premio Elsa Morante, la scrittrice Dacia Maraini ha offerto una riflessione sull’arte e l’eredità letteraria di Elsa Morante, sottolineando il ruolo centrale che l’autrice ha avuto nel raccontare un’Italia in profondo mutamento.
Elsa Morante e la rappresentazione di un’Italia che cambia

Nel corso dell’incontro, Maraini ha evidenziato come Elsa Morante abbia saputo cogliere e interpretare le trasformazioni sociali e culturali del Paese con uno sguardo profondamente profetico. “Elsa ha inteso e capito molte cose, infatti è anche profetica. Un po’ come Pasolini, infatti erano amici”, ha ricordato Maraini, richiamando il legame intellettuale e umano tra le due figure. Interpretare “un’Italia che cambia non è una cosa semplice. E lei, da grande scrittrice, è riuscita a farlo”, ha aggiunto, mettendo in luce la capacità di Morante di rappresentare con autenticità e sensibilità le ferite e le marginalità che attraversano la società italiana.
In particolare, Maraini ha posto l’accento sul dramma giovanile, osservando che “ferite e marginalità si notano soprattutto nei giovani, perché nella scuola c’è qualcosa che non funziona, manca proprio un’idea generale dei valori”. A ciò si aggiunge la difficoltà dei giovani a trovare lavoro dopo il percorso scolastico, con conseguente emigrazione. “Quindi c’è un problema giovanile in questo Paese e andrebbe affrontato”, ha concluso.
Dacia Maraini: una vita dedicata alla letteratura e alla denuncia sociale
Nata a Firenze nel 1936, Dacia Maraini è una delle voci più autorevoli della letteratura italiana contemporanea, con una carriera iniziata negli anni Sessanta e una produzione che spazia tra romanzi, poesie, saggi e testi teatrali. Figlia di un antropologo e di una pittrice, Maraini ha vissuto esperienze di grande impatto, come la prigionia in un campo giapponese durante la Seconda guerra mondiale, raccontata nel suo libro “Vita mia” (2023).
Nel corso della sua lunga carriera ha affrontato temi legati alla condizione femminile, ai diritti civili e alle ingiustizie sociali, distinguendosi per un impegno costante a favore della libertà e della giustizia. La sua amicizia con grandi intellettuali, tra cui Alberto Moravia e Pier Paolo Pasolini, ha arricchito il suo percorso culturale e letterario, rendendo il suo contributo non solo artistico ma anche civile.
L’evento di Napoli, quindi, ha rappresentato un momento di riflessione importante non solo sulla figura di Elsa Morante, ma anche sul ruolo della letteratura come specchio e guida per comprendere le trasformazioni di una società complessa e in continua evoluzione. Le parole di Dacia Maraini ribadiscono quanto la scrittura di Morante resti una chiave indispensabile per interpretare le sfide del presente e le speranze del futuro.






