La Commissione parlamentare Antimafia ha istituito un comitato per affrontare il tema delle mafie e delle nuove tecnologie. La presidente Chiara Colosimo ha evidenziato come le mafie utilizzano strumenti come i criptofonini per evitare le intercettazioni, compromettere le indagini e richiamare l’attenzione sulla necessità di bilanciare privacy e sicurezza
La crescente interazione tra cybersicurezza e criminalità organizzata è un tema di rilevanza sempre maggiore nel contesto attuale. Durante il convegno “Cyber risk: le opportunità della tecnologia, la sfida dei diritti”, tenutosi il 9 aprile 2025 presso la Camera dei Deputati, la presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Chiara Colosimo, ha messo in evidenza come le mafie stiano sfruttando nuove tecnologie per espandere le loro operazioni illecite. Colosimo ha sottolineato l’importanza di fornire strumenti adeguati alle forze dell’ordine per affrontare queste sfide, evidenziando il delicato equilibrio tra privacy e necessità di indagine.
L’adattamento delle mafie alle nuove tecnologie
Durante il convegno, Colosimo ha dichiarato che “i fenomeni mafiosi hanno messo in campo radicali cambiamenti” che hanno impattato non solo il tessuto economico, ma anche il settore degli investimenti pubblici e delle telecomunicazioni. Questo adattamento alle nuove tecnologie rappresenta una sfida significativa per la sicurezza nazionale, poiché le tecnologie digitali possono essere utilizzate sia per facilitare attività illecite che per migliorare la sicurezza e la trasparenza.
Colosimo ha descritto il rapporto tra criminalità organizzata e tecnologia come “quasi una mafia silente”. Le organizzazioni mafiose non si limitano ad utilizzare normali telefonini, ma ricorrono a “criptofonini”, dispositivi progettati per evitare le intercettazioni. Questa scelta tecnologica complica notevolmente il lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine, rendendo difficile il monitoraggio delle comunicazioni e la raccolta di informazioni cruciali per le indagini.
Strumenti per contrastare la criminalità
La presidente della Commissione ha evidenziato che la Commissione parlamentare Antimafia sta esaminando quali strumenti possano essere messi a disposizione degli inquirenti per contrastare efficacemente l’uso di tecnologie avanzate da parte delle mafie. Colosimo ha avvertito che, senza un adeguato supporto tecnologico, le autorità rischiano di rimanere “molto indietro” rispetto ai criminali. Il bilanciamento tra la protezione della privacy e le necessità investigative è un tema centrale nel dibattito attuale.
Colosimo ha affermato che “il bilanciamento non può andare a sfavore di chi fa le indagini”. Le misure di privacy devono essere considerate con attenzione, ma non possono ostacolare le operazioni contro la criminalità organizzata. “Non parliamo di privacy di utenti comuni, ma di mafiosi”, ha ribadito, sottolineando la necessità di assicurare che le indagini abbiano la priorità.
Un approccio coordinato per la cybersicurezza
Il convegno ha visto la partecipazione di esperti in cybersicurezza e rappresentanti delle forze dell’ordine, che hanno discusso delle nuove sfide e opportunità nel contesto digitale. Le mafie, secondo i relatori, sono sempre più attrezzate per sfruttare le vulnerabilità della rete, rendendo necessaria una risposta coordinata tra settori pubblici e privati per affrontare il problema.
In un contesto in cui le tecnologie digitali evolvono rapidamente, è fondamentale che le autorità si dotino di strumenti adeguati per monitorare e prevenire le attività illecite. Questo richiede non solo un aggiornamento delle tecnologie stesse, ma anche una revisione delle normative esistenti, affinché possano rispondere efficacemente alle sfide moderne.
Il dibattito sulla cybersicurezza e il contrasto alla criminalità organizzata continuerà a essere un tema centrale nelle agende politiche e sociali, specialmente in un’epoca in cui le tecnologie influenzano ogni aspetto della vita quotidiana. La Commissione parlamentare Antimafia, con il suo nuovo comitato dedicato, si propone di essere in prima linea nel monitorare e affrontare queste problematiche, affinché la lotta contro le mafie possa beneficiarne.






