Roma, 4 novembre 2025 – È la storia di un dramma umano e di un impegno instancabile quella di Octay Stroici, operaio di 66 anni originario di Suceava, in Romania, tragicamente scomparso a seguito del crollo parziale della Torre dei Conti nel centro storico di Roma. L’uomo, impegnato nei lavori di rimozione dell’amianto e di riqualificazione dell’edificio, è rimasto intrappolato per oltre 11 ore sotto le macerie, lottando disperatamente per la vita fino all’arrivo dei soccorsi.
L’inferno sotto le macerie: Stroici e le ore di lotta per la sopravvivenza
Alle porte della capitale, dove viveva con la famiglia, Stroici lavorava come manovale specializzato per la ditta Edilerica. Il 4 novembre, durante i lavori di restauro, un improvviso cedimento strutturale ha provocato il crollo di una parte della Torre, inghiottendo l’operaio sotto detriti e calcinacci. Per ore, il 66enne ha gridato per chiedere aiuto, intrappolato a circa due metri di profondità, protetto da un fragile scudo fatto di assi di legno e ringhiere cadute dalla terrazza crollata.
I gruppi specializzati dei Vigili del Fuoco – SAF e USAR – hanno utilizzato droni, sensori acustici e un innovativo “aspira-macerie” per localizzarlo e raggiungerlo in sicurezza, nonostante il rischio di ulteriori crolli, che si sono purtroppo verificati durante le operazioni. I soccorritori hanno potuto toccare Stroici, il quale è rimasto cosciente e ha ricevuto cure d’emergenza sul posto, con un medico del 118 che gli ha somministrato un antidolorifico e ossigeno.

Il dolore della città e le parole di Giorgia Meloni
Nonostante la tempestività e la dedizione dei soccorritori, la situazione di Stroici è rimasta critica. Trasportato al Policlinico Umberto I in arresto cardiocircolatorio, sono state eseguite manovre di rianimazione per circa un’ora, senza però ottenere il ritorno dell’attività cardiaca spontanea. Il decesso è stato dichiarato poco dopo la mezzanotte.
Il cordoglio ufficiale è arrivato dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha espresso “profondo dolore e cordoglio, a nome mio e del governo, per la tragica scomparsa di Octay Stroici“. La premier ha sottolineato la vicinanza alla famiglia e ai colleghi, ringraziando “i soccorritori e tutti coloro che si sono prodigati, senza sosta e con coraggio, nel tentativo di salvargli la vita“.
Sul luogo dell’incidente, la moglie Marianna e la figlia, giunta dalla provincia di Lecce, hanno assistito con dolore alle operazioni di recupero, sostenute dall’ambasciatrice rumena a Roma, Gabriela Dancau, e dal sindaco Roberto Gualtieri. La comunità romana si è stretta attorno a loro in un abbraccio di vicinanza.
Un uomo e una vita dedicata al lavoro e alla famiglia
Octay Stroici era un lavoratore instancabile, impegnato da anni nel settore edile nella capitale. Nato a Suceava, città rumena di poco più di 80mila abitanti al confine con la Moldavia, si era trasferito in Italia portando con sé la speranza di costruire un futuro migliore per sé e i suoi cari. La sua vita privata era segnata da momenti di serenità come il matrimonio celebrato nel 2021 e la passione per il mare, immortalata in fotografie che mostrano l’uomo sorridente accanto alla moglie.
I colleghi, coperti di polvere e visibilmente scossi, lo hanno atteso a lungo, sperando in un miracolo. Proprio perché si trovava in una posizione più bassa all’interno della Torre rispetto agli altri operai, è stato l’unico a rimanere intrappolato nel crollo del solaio. Dopo le prime operazioni di soccorso che hanno portato all’estrazione di cinque persone, di cui una in condizioni gravi, la tragedia di Stroici ha segnato profondamente la comunità di lavoratori e la città intera.
Le autorità hanno disposto l’autopsia presso l’Istituto di Medicina Legale di piazza del Verano per chiarire le cause precise del decesso e documentare quanto accaduto. Nel frattempo, le indagini proseguono con l’audizione dei colleghi presso la caserma dei carabinieri per ricostruire i momenti precedenti al crollo.
La vicenda di Octay Stroici rimane un monito sul rischio e il sacrificio che comporta ogni giorno il lavoro in cantiere, soprattutto in contesti delicati come quello della salvaguardia di un monumento storico di Roma come la Torre dei Conti. La città piange un uomo che ha dato tutto fino all’ultimo respiro, simbolo di un impegno e di una dignità che non verranno dimenticati.






